Occhi puntati sull’anticipo di sabato 03 febbraio alle 20.45 contro il Crotone. Archiviata la sessione invernale di mercato, che molto ha fatto discutere per promesse disonorate e veri o presunti malumori del tecnico toscano, in casa Inter si torna a fare i conti con il calcio giocato. Ostacolo affatto semplice quello contro la squadra calabrese galvanizzata dall’ottimo lavoro svolto da Walter Zenga.

Proprio di mercato e di altri temi caldi tornati prepotentemente all’attenzione, come le condizioni di Icardi, si è discusso nella consueta conferenza stampa della vigilia tenuta dal tecnico Luciano Spalletti al Suning Training Centre.

Icardi non è convocato, per cui non potrà giocare. Lui vorrebbe, ma a causa del risentimento muscolare di cui soffre non abbiamo ritenuto opportuno tentare il possibile recupero ma piuttosto andare sul sicuro. È un giocatore fondamentale, non vogliamo creargli problemi rischiando di perderlo per più tempo. Emmers sarà invece dei nostri.

Impossibile per i giornalisti presenti in sala stampa non affrontare la spinosa questione mercato. Forse inaspettata la replica del tecnico nerazzurro che ha esposto il proprio pensiero senza mezzi termini, evidenziando un’errata comunicazione nei suoi riguardi e chiarendo quale fosse la sua aspettativa in merito, soprattutto per un possibile rinforzo a centrocampo.

"Devo essere chiaro. Su questo discorso o si fa finta di non capire o c'è un'altra volontà da parte di chi fa le domande. Il vero rammarico, per quanto mi riguarda, è non essere riuscito a proteggere i tifosi dalle false aspettative, perché poi sono quelle ad essere trasformate in grandi delusioni. Di questo ne risentono soprattutto i giocatori e si genera malessere tra chi ha a cuore i nostri colori. Lo dico da inizio anno. C’è una comunicazione sbagliata tra me e la stampa: secondo voi prima ho chiesto dei rinforzi, ora non sono soddisfatto del mercato. Ma voi con me non parlate al telefono la sera. Non sapete come sono, raccontate quello che immaginate o che vi pare. Fatemi il favore. Io non ho mai detto che mi mancano calciatori. Non mi aspettavo niente da nessuno. I nostri direttori sono però stati bravi ad inserirsi nelle dinamiche di mercato. L’unico con cui sono in disaccordo è con me stesso perché devo fare di più. Non è un buon momento ma questa è adesso la nostra dimensione. Non dico che è colpa dei giornalisti, ma dico che non ho creato queste aspettative. Forse parlate con qualcun altro ma la comunicazione interna la sistemeremo più avanti. Adesso per noi è importante fare risultati. Lavorare giorno dopo giorno con la testa libera da turbamenti mettendosi in discussione nei momenti difficili che fanno parte del lavoro in una stagione calcistica, ora bisogna sporcarsi le mani. L'attenzione è solo in quella direzione.”

La polemica si smorza e Spalletti proprio in riferimento al difficile momento che la squadra sta attraversando esamina il calo di forma focalizzando l’attenzione sul centrocampo e i mancati rinforzi.

Per me le differenze sono sottili. In questo momento siamo caratterizzati dal nostro peggior giocare a calcio. Sembra che l'Inter sia diventata la squadra che ha preso la forma del peggior giocatore che ha a disposizione. Ma ci si può risollevare. Anche se un giocatore attraversa delle difficoltà, non è detto che tutta la squadra debba farsi caratterizzare da quell'elemento, si può assomigliare invece alle qualità che ci hanno permesso di essere calciatori o allenatore dell'Inter. Ho parlato di Ramires, è vero, è un giocatore completo ma quando Steven Zhang mi ha detto che non era possibile, ho lasciato stare. Ora dobbiamo attraversare questo momento. Abbiamo Rafinha che ho trovato meglio di quanto pensassi, visto quello che ha passato. Può darci sicuramente qualcosa in più sotto l'aspetto della qualità. Di Pastore non dovete parlarne con me, Ho fatto una battuta, ma poi ci sono dei numeri, degli stipendi. Non possiamo aumentare il budget. Non so quanto guadagni Pastore, ma sicuramente più dei nostri calciatori e poi avendo già preso Rafinha, che ha caratteristiche simili, i direttori hanno apportato qualcosa di positivo, che è grosso modo simile a quel giocatore. A proposito di numeri, ho appuntato: Icardi ha segnato 14 gol senza rigori, 5 li ha passati Perisic. E' la stragrande maggioranza degli assist. Lo sapete, ma vi interessa far casino. Nel flusso dei passaggi, quelli che passano più palla a Icardi sono Perisic e Vecino. Un pochettino sotto c'è Brozovic perché ha giocato metà partite e gli passa metà dei palloni.

In settimana si è molto discusso anche di social e di quanto gli screzi tra i tifosi e qualche giocatore possano minare l’ambiente.

Viste da dentro, per come le raccontate, queste cose ci uniscono anche, oltre a farci divertire. Ma bisogna fare attenzione all’effetto che hanno sui tifosi che rischiano di pensare che la loro fede calcistica sia nelle mani di bambini e non di professionisti. Domani ci saranno 50mila spettatori, sono tanti per il momento che stiamo attraversando. Io posso assicurargli che hanno a che fare con dei professionisti che stanno lavorando per regalargli la più bella soddisfazione. C'è da fare anche una riflessione intelligente su quello che comporta trattare queste cavolate a finestre aperte. Ci sono cose che non vanno portate nello spogliatoio. Non è necessario creare inutili preoccupazioni ai nostri tifosi. Spero non si abbassi l'entusiasmo e li ringrazio di essere di nuovo 50mila perché dimostrano maturazione, hanno veramente il carattere forte e la testa solida per continuare a crederci, che non è per forza applaudire o ridere. Vuol dire anche fischiare. Ma l'importante è essere allo stadio.

Nonostante il momento difficile, l’Europa è ancora saldamente nelle mani dei nerazzurri. Prospettive e obiettivo finale restano le stesse per Spalletti.

Abbiamo tutti gli ingredienti per poter competere per il traguardo, che è importantissimo ma allo stesso tempo difficilissimo. I numeri dicono che possiamo farcela. E' chiaro che bisogna fare chiarezza, non traendo in inganno i tifosi. Per quanto riguarda me a fine anno si tireranno le somme di ogni cosa. Si avranno più conoscenze e mezzi e si farà il confronto su quello che è stato il rapporto, se è stato vero, intero o parziale. Davanti allo specchio bisogna sempre andarci a volto scoperto. Non ci spetta nulla di diritto, abbiamo una storia e dobbiamo ricostruire un’espressione storia per tornare in quella dimensione.

La vittoria manca da due mesi ma il match contro il Crotone non sarà semplice.

Dobbiamo reagire. È necessario rafforzare le convinzioni che ci avevano permesso di vincere. Troveremo un Crotone che ha ritrovato entusiasmo. Zenga lo conosco bene, ha fatto molta esperienza. Ci ho parlato e ho toccato con mano il suo lavoro. Dobbiamo riuscire a tenere in mano il pallino del gioco e costruire bene con velocità e qualità, riuscendo a stanarli dal fortino che creeranno. Dovremo stare attenti a non subire le ripartenze. Vedo segnali positivi sotto l'aspetto dell'interesse, ma li avevo visti anche le altre settimane e non è bastato. Probabilmente bisogna fare di più e mi aspetto che domani saremo vogliosi di determinare qualcosa.”

Nel periodo migliore, il tecnico aveva messo in guardia sul possibile arrivo del momento difficile ed ora traccia le linee per uscirne

"Due o tre campionati li ho giocati e so che quando non tutto è a posto si può avere il momento in cui viaggi col vento in poppa e poi quello più delicato. Non mi aspettavo però che durasse così tanto. Non temevo riaffiorassero i problemi del passato, pensavo fosse una cosa superata. Pensavo avessimo una forza mentale che mi permettesse di stare a questo gioco, invece bisogna andare a raschiare sul fondo del barile di quelle che sono le nostre risorse e possibilità e non c'entrerà nulla la mancanza di un giocatore o di un altro. Dobbiamo far bene, anche se ci sono cose che ti succedono e sono tutte nella stessa direzione. Le cose a volte ti accadono perché hai il timore che ti succedano. Poi vanno fatti discorsi corretti, anche antipatici se c’è bisogno di sentirseli dire. Devi sempre mettere davanti il bene dell'Inter. Non c'è altro che puoi porre davanti a te.”

Domani Eder giocherà al posto di Icardi ma il tecnico conta molto sull'unione della squadra

Mancherà il capocannoniere della Serie A, il più forte di tutti nel finalizzare. Hai a disposizione uno che sa muoversi di più e sa creare il buco per i compagni. Lega di più il ragionamento coi centrocampisti. Rafinha giocherà invece un pezzo di partita. Noi abbiamo uno zoccolo duro, una spina dorsale vera fatta da gente come Handanovic, Miranda, Gagliardini. A volte non l'ho fatto giocare o l'ho sostituito, ma è una persona serissima. Candreva questa settimana ha tirato 3 o 4 sassate all'incrocio, poi la domenica non gli parte per ora. Nessun nuovo giocatore avrebbe preso in mano la situazione facendo girare la squadra da solo, fore solo un top player, un trequartista di quelli continui che ha le mani in tutte le fasi di gioco e che assomiglia più a un mediano basso e ci passa l'80% del nostro gioco. In altri casi, la differenza la fa questa squadra qui. Non mi aspettavo niente che mi modificasse la vita, la vita me la modifica questa squadra. Poi in futuro si vedrà cosa farò io o quel calciatore e cosa saremo riusciti a creare.