Dopo una settimana piuttosto particolare, è tornata ieri in campo la Juventus. Una settimana che aveva visto i bianconeri trionfanti contro il Tottenham, in una serata memorabile, ma anche accodati al lutto di tutto il mondo del nostro calcio nel corso dei funerali per Davide Astori. La sfida contro l'Udinese della 28esima giornata di Serie A si presentava anche solo per questo motivo tutt'altro che semplice. Eppure i campioni d'Italia sono riusciti a prevalere per 2-0, peraltro senza grandi patemi: andiamo però con ordine. Allegri ha inizialmente optato per una gestione delle energie, sia fisiche sia soprattutto mentali. Fuori sei dei titolari di Wembley, dentro l'agonismo fresco di De Sciglio, Rugani, Sturaro, Asamoah e Marchisio: quattro italiani più uno ormai acquisito, gente in grado di rispondere alla grande prima di tutto dal punto di vista psicologico; in più, un occasione di riposo (o di recupero) per fedelissimi come Matuidi e Mandzukic. Non è cambiato invece il tridente che assomiglia sempre di più a quello titolare, con Douglas Costa e Dybala dietro ad Higuain. Come al solito, il tecnico ha avuto ragione delle sue scelte.

A livello prestazionale, l'intero blocco-squadra ha risposto presente. Tutti i giocatori schierati hanno proposto una partita più che discreta in ogni aspetto del gioco, gestendo con buona continuità il pallone e privando i friulani delle proprie armi migliori, rimanendo in controllo di fatto anche in una fase di non possesso sempre più efficace (un gol subito nelle ultime quattordici di campionato). La differenza l'ha fatta poi la qualità: quella di De Sciglio, protagonista di un ottimo rientro; quella di Douglas Costa, non rampante al massimo ma sempre pulito. E poi, soprattutto, quella di Paulo Dybala: l'argentino ha messo a referto una doppietta ed un rigore procurato, poi lasciato (erroneamente, visto il risultato) ad Higuain. Il conto arriva dunque a quattro reti nelle ultime tre partite, tutte pesantissime: la Joya è tornata giusto in tempo per decidere i match nel momento decisivo della stagione di Madama.

A proposito di quel penalty fallito, è il quarto da agosto in poi per la Vecchia Signora. Stavolta è stato di nuovo Gonzalo Higuaìn, diventato rigorista in corsa dopo il doppio errore di Dybala in precedenza: tuttavia, ieri, l'allenatore juventino ha fatto sapere di contare che in futuro sarà ancora il numero dieci a tirare dagli undici metri. Lecito, vista la tradizione non proprio convincente del Pipita (quarto errore fra gli ultimi nove calciati); questi sono episodi che possono pesare parecchio, specie in ottica Champions League. Contro gli Spurs, è stato proprio il centravanti a rimediare a suon di prestazioni ad un proprio grave errore; non è detto che però sarà sempre possibile. Migliorare questo aspetto è ora necessario: d'altronde ci stiamo avviando a mesi dall'importanza capitale.

Siamo infatti arrivati a marzo, proprio il mese fondamentale su cui Max Allegri ha tanto proferito. La sua squadra ci è arrivata bene, con uno schieramento tipico e tante certezze acquisite, sia nei singoli sia nel collettivo. Ed adesso, una sosta che arriva proprio a fagiolo per dare un attimo di riposo ai torinesi: prima però le due partite contro Atalanta e SPAL, in quattro giorni fondamentali nella corsa per lo Scudetto. L'obiettivo bianconero, manco a dirlo, è quello di fare sei punti e allungare di fatto sul Napoli, fermato ieri sera dall'Inter: nulla di scontato, ma fallire proprio adesso avrebbe dell'incredibile. O meglio, non sarebbe da Juve.