"E' la dura legge del gol" cantava un giovanissimo Max Pezzali più di venti anni fa, il gol, quella scarica di adrenalina che viene sprigionata dai cuori di calciatori e tifosi. Il gol, il  pane quotidiano degli attaccanti. Quante volte leggiamo questa frase, e quante volte ci imbattiamo in attaccanti nati per il gol ma che improvvisamente smarriscono la strada maestra, e si incupiscono. E' capitato a tutti, anche ai 'goleador' più grandi, di vivere temporanee parabole discendenti, prima di risollevarsi e riprendere quota. E' un sentimento che genera malessere, senza ombra di dubbio, ma che forma ancor di più un attaccante. Un malessere che da qualche settimana ha colpito e fatica a mollare mente e gambe di Dries Mertens, prima punta perfetta per gli schemi consolidati di Maurizio Sarri nel suo Napoli.

Mertens, seppure abbia scollinato quota 30 primavere, è come uno di quei cuccioli a cui nessuno riuscirebbe a negare una carezza. Faccia da bambinone, dolcezza infinita. Fa più malinconia che rabbia. A nessuno va di infierire, ma il belga è uno dei principali responsabili dell'involuzione del Napoli delle ultime settimane. Zero gol nell’ultimo mese, il 'folletto' di Leuven è andato in crisi d'astinenza proprio nel momento più delicato della stagione. Non trova la via della rete dal lontano 4 marzo, quando realizzò l'inutile rete del 2-4 contro la Roma. L'attaccante belga ha perso lucidità sotto porta ma non solo, infatti a Sarri stanno mancando i suoi spunti, i suoi dribbling e la sua imprevedibilità. Il tridente di Maurizio Sarri è visibilmente a riserva, lui il meno pimpante dei tre. A Milano, ieri, è stato il peggiore dei suoi, sciorinando alla 'Scala del Calcio' una prestazione scialba, assolutamente un fantasma. Chi lo ha visto al Meazza?

Fino alla gara contro i giallorossi il belga aveva realizzato 16 centri in 26 gare giocate, ma soprattutto ogni volta che era andato a segno il Napoli aveva portato a casa una vittoria. Un cecchino, ma anche un talismano. Poi però qualcosa si è rotto, ed oggi stiamo ammirando un giocatore completamente diverso. Dries, ma dove sei finito? In area non si vede quasi mai, spessa vagabonda per il campo senza mai trovare la giusta posizione sul terreno di gioco, e quello che preoccupa è anche l'aspetto mentale, infatti 'Ciro' è giù moralmente, come dimostrato anche dal rigore sbagliato domenica scorsa nella gara interna del San Paolo vinta poi al fotofinish contro il Chievo Verona. Lui, normalmente freddo dal dischetto come la temperatura invernale che si percepisce nelle 'sue' Ardenne, si è fatto maldestramente ipnotizzare da Sorrentino, vecchia volpe della A.

I tifosi partenopei si augurano che il buon Dries possa invertire ben presto questa tendenza e ritornare ad essere quell'attaccante prolifico in grado di spingere a suon di gol la compagine campana. Con la sua squadra scivolata a -6 dalla capolista Juventus, a sei partite dalla fine del torneo, il piccoletto belga deve cercare di ritornare protagonista il prima possibile. Il Napoli non può adagiarsi in posizione passiva ad aspettare il suo 'principe azzurro', attende con ansia di riavere quella versione spietata del Mertens che piace a tutti, per poter cullare ancora sogni tricolori, a Sarri ed al suo staff il compito di rimetterlo in 'modalità on'.