Juve, le parole di Higuain ed Allegri dopo il trionfo di San Siro

Il 2-3 sull'Inter porta tante soddisfazioni anche nelle dichiarazioni del Pipita, "liberato" dal primo gol dopo 716 minuti di astinenza, e del tecnico livornese, che si sofferma molto anche sulla propria filosofia in generale.

Juve, le parole di Higuain ed Allegri dopo il trionfo di San Siro
Gonzalo Higuain dopo il gol decisivo odierno. | JuventusFC, Twitter.
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Di Gianluigi Sottile

Si apre alla grande la 35esima giornata di Serie A, con due anticipi divertentissimi. Cinque gol in Roma-Chievo, cinque gol anche (e soprattutto) nel derby d'Italia fra Inter e Juventus, con i nerazzurri abbattuti da un uno-due tremendo degli avversari nei due minuti successivi all'87esimo. Dal 2-1 per i padroni di casa la Vecchia Signora ha dunque cavato un 2-3 in proprio favore, con la testata finale di Gonzalo Higuain come una sentenza nei confronti degli avversari. Queste le dichiarazioni del Pipita ai microfoni di Sky Sport, a caldo dopo il match: "Sembrava finita. Come anche col Napoli sembrava che finisse in pareggio ed hanno vinto loro. Oggi sembrava che finisse con una vittoria dell'Inter ma abbiamo lottato fino all'ultima goccia. È una vittoria importante per la squadra. Io provo sempre ad aiutare la squadra al massimo, scendo giù, provo sempre a lottare, a provarci, è quello che ti porta alla vittoria. Dopo il gol sbagliato? Dovevo continuare, stare tranquillo, ho continuato ed alla fine è arrivato. Sicuramente vale un pezzo di Scudetto, ma ancora mancano altre tre partite".

Poco dopo alla stessa emittente televisiva ha detto la sua Max Allegri, chiaramente con più calma. Questa la sua prima battuta sul duello a cui abbiamo appena assistito: "Innanzitutto c'è da fare i complimenti a tutti quelli che hanno giocato ed a questo meraviglioso pubblico, che ha assistito ad una partita meravigliosa e due squadre che hanno battagliato. Il fatto di aver vinto con l'Inter a Milano ci ha fatto fare un altro passettino, abbiamo fatto bene nel primo tempo, un po' meno nel secondo tempo, poi loro sono calati fisicamente, in dieci per 70 minuti era difficile. Portiamo a casa questa partita, era difficile, è stata bella, ora abbiamo il Bologna e poi la finale di Coppa Italia"

Il mister settimana scorsa aveva definito decisiva questa partita, ed ora ovviamente deve un po' rivedere la posizione: "Decisiva perchè in caso di mancata vittoria, domani il Napoli ha la possibilità di vincere e di tornare ad un punto e diventano decisive le altre, nel calcio non si sa mai. Oggi il Livorno pareggiando in casa, col Siena che ha perso, ha vinto il campionato. Nelle ultime partite è difficile perchè la pressione è tanta, perdi le certezze. Ad un certo punto oggi abbiamo iniziato a non giocare, lì siamo stati un po' meno bravi ma siamo stati bravi a recuperarla e ribaltarla".

Oggi la formazione è stata caratterizzata da un'importante innovazione: "Cuadrado terzino mi era venuto in mente già col Napoli. Ha fatto una buona partita, è stato dentro il secondo gol, ha sbagliato un po' di diagonali ma quelle basta lavorarci, è solo lettura e la palla non gli passa sopra la testa, le 'chiappa'". Una novità per l'ex Milan è stata anche rimediare un'espulsione dalla panchina: "Sull'allontanamento, sono entrato dentro perchè mancavano cinque minuti e mezzo e bisognava stare concentrati, nelle ultime partite abbiamo preso gol al 90esimo sia col Real che col Napoli".

La prestazione comunque ha esposto diverse fragilità dei piemontesi: "Si doveva fare nel primo tempo, mettere palla fra le linee, più palla addosso a Mandzukic per creare il due-contro-uno con Cancelo, la palla a Douglas Costa. Quando cominciamo a gestire diventa casino, iniziamo a passare la palla piano e riattivarsi diventa duro. Comunque nelle ultime giornate le partite diventano casino, portarle a casa è sempre complicato".

L'allenatore finisce ad arrivare a parlare della propria filosofia come gestore del gruppo sotto l'aspetto psicologico: "Innanzitutto credo che in questo momento la brillantezza manchi un po', poi ripeto bastava mettere la palla addosso a Mandzukic e creare superiorità fra le linee con Douglas Costa. Quando andiamo in vantaggio tendiamo a palleggiare, ma ad un certo punto devi accelerare ed andare bene, come hanno fatto all'inizio. Domenica è stata una partita brutta, sia la nostra sia la loro, non c'è stato un tiro in porta nè da parte nostra nè da parte loro. Che noi abbiamo giocato male è sicuro, ma la partita è stata brutta in assoluto, abbiamo fatto fatica, ma non è che abbiamo giocato male ed abbiamo subito tantissimo. Non è facile vincere sempre, nelle ultime 21 ne abbiamo vinte 18, senò si farebbe 167 punti, c'è un momento in cui tu ti fermi. Ti fermi a Crotone e non ti puoi fermare: questo non si può dire, può succedere tutto in qualunque partita. Quante ne abbiamo viste negli ultimi trent'anni? A calcio non si può sempre vincere, ma manco sempre perdere".

Ed infine in generale, sulla filosofia del suo essere allenatore: "Bisogna capire i momenti della stagione, stasera non voglio entrare nel merito... sento parlare di schemi, di robe, di cose. Ascolta, nel basket dura 24 secondi l'azione, giochi in un campo 15x25 con le mani e corri con i piedi, se non è venuto fuori lo schema hai tre secondi per pensare, allora che fanno? la palla la danno a quello più bravo, che fa uno-contro-uno e tira. Nel calcio, in un campo 120x60 dove si corre con i piedi e si gioca con i contrasti, pensa quanto contano gli schemi. Se valessero soltanto gli schemi, Messi non vale 500 milioni, Ronaldo non vale 400 milioni, Higuain non vale 100 milioni. I giocatori da piccoli vanno allenati sulla tecnica e la tattica individuale. Questo è il male del calcio italiano, non sento mai parlare di un gesto tecnico. Il calcio è molto semplice, non lo rendete complicato. Vorrei spiegare gli schemi, ma non ce la faccio. È condivisibile o meno, voi continuate coi vostri schemi che fate bene".