Nel capoluogo sardo tutti, anche i più positivisti, si erano preparati al peggio, pronti ad affrontare un anno di B, nel calvario della cadetteria. Il passo falso interno patito contro la Roma aveva gettato il Cagliari in piena zona retrocessione, terzultimo, condannandolo a vincere le restanti due partite e sperare in passi falsi altrui.

Una quadro drammatico, ansie e preoccupazioni avevano lasciato il posto a scoramento, profonda tristezza. L'ultimo appello, per i sardi, la sfida di Firenze, un impegno da non fallire. Al 'Franchi' la tensione si poteva tagliare a fette, con due squadre che avevano da giocarsi tanto, una stagione. Il Cagliari è sceso in campo con l'atteggiamento giusto, voglioso, mai domo, come se non ci fosse un domani. Ordinato in campo, è riuscito ad arginare bene gli avversari, facendo grande densità in mezzo al campo, chiudendo ogni linea di passaggio alla Viola. Il gol di Leonardo Pavoletti è giunto a coronamento di una prestazione maschia, in realtà il successo sarebbe potuto essere più rotondo - senza quindi annessa sofferenza finale - se solo gli uomini di Diego Lopez fossere stati più cinici sotto porta, specie con Farias che continua ad avere unbrutto rapporto con il gol.

Ora il Cagliari, nonostante sia forte di una situazione molto positiva e relativamente sicura non deve adagiarsi sugli allori, deve affrontare la partita contro l'Atalanta con la bava alla bocca, con lo stesso spirito messo in campo ieri in Toscana. Ora sì che si è padroni del proprio destino, una vittoria alla Sardegna Arena farebbe scattare automaticamente la festa salvezza, senza attaccarsi a radioline o andare alla strenua ricerca di risultati e ombinazioni varie provenienti dal resto dello Stivale.

Congedarsi davanti al pubblico amico con una vittoria, con una prestazione convincente, potrebbe essere il giusto premio nei confronti di una tifoseria che è stata sempre vicino alla squadra, seppur essa abbia vissuto ultimi mesi tormentati, molto travagliati. Il cuore gialloblù è tornato a battere, passata la tempesta ritornerà a brillare il sereno?

 

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Andrea  Indovino
Amo lo sport in tutte le sue infinite sfaccettature. Seguo principalmente il calcio ed il basket a 360° gradi, ma assiduamente anche il mondo della Formula 1, la Moto GP ed il ciclismo, specie le grandi corse a tappe. La mia è una voglia infinita di SAPERE, del resto Seneca affermava: Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero.