Roberto Donadoni è uno di quelli che si può definire "un signore del calcio". Mai una polemica, una parola fuori posto, nonostante a volte non sia stato trattato con il rispetto che merita. L'ex tecnico della Nazionale e del Bologna questa mattina è intervenuto su Radio 1 durante la trasmissione "Radio anch'io sport" e ha parlato prima di tutto della sua esperienza appena conclusa con i felsinei, per poi toccare gli argomenti più svariati.

La stagione dei rossoblù si è chiusa in maniera un po' mesta, polemiche con alcuni tifosi, salvezza raggiunta da tempo, ma ultime prestazioni sicuramente non da incorniciare. Tanto che la proprietà ha deciso di esonerare il tecnico e puntare (l'ufficialità arriverà solo dopo i playoff di B) su Filippo Inzaghi. «Il lavoro svolto non è stato ritenuto soddisfacente. Quello che mi era stato chiesto, io ho cercato di portarlo a termine, e tutto sommato penso sia stato fatto un ottimo lavoro, anche se ovviamente si può sempre fare meglio» questo sicuramente uno dei passaggi chiave dell'intervista. Donadoni ha augurato il meglio alla sua ex squadra per il futuro, anche se ha spiegato come sia importante investire per poter restare nella massima serie, senza essere risucchiati nella lotta per non retrocedere. Tra i tanti meriti del tecnico c'è sicuramente la crescita di Di Francesco, ma soprattutto di Verdi, un obiettivo del mercato per tante big. Il tecnico ha poi ricordato come sia importante investire soprattutto nel settore giovanile, sottolineando come l'Atalanta sia tra le squadre che più si concentrino su quest'aspetto, raccogliendo da ormai due stagioni i frutti di queste scelte. Non potendo sottrarsi alla domanda sulla favorita dell'imminente Mondiale ha indicato il Brasile e ha ricordato la sua parentesi in azzurro, dove non gli è stato concesso il giusto tempo ed è stato giudicato solo in base ai risultati (secondo noi non è stato un fallimento essere eliminati ai quarti ai rigori all'Europeo del 2008 dalla Spagna che poi vinse quell'edizione e la successiva, e anche il Mondiale 2010). 

Importante anche il passaggio sul suo futuro. «Non so onestamente. La mia avventura a Bologna è terminata, quindi adesso valuto le cose con calma e serenità. Guardiamo come si muove il mercato e poi prenderò la decisione più consona all'entusiasmo che posso portare in quella o l'altra esperienza». Bisognerà pazientare un po' per sapere su che panchina siederà l'anno prossimo Donadoni, a meno che non decida di prendersi un anno sabatico.