La prima mezz'ora d'esordio della Juventus (e contestualmente della Serie A) aveva dato segnali ben precisi che quasi si scontravano su quanto visto fino allo scorso anno. Una mezz'ora di pura estetica calcistica, di vera bellezza. Ma priva di equilibrio. Un 4-2-3-1 che ha lasciato il fianco scoperto più volte al Chievo Verona. Cosa che era già capitata proprio lo scorso anno, proprio all'inizio del campionato. Il modulo spregiudicato aveva indotto Allegri a modificare la linea mediana, proponendo un tridente di mezzo che potesse garantire una maggiore solidità difensiva. E la cosa funzionò, seppur con molte riserve collegate ad un vistoso calo di Khedira, insieme ad una tecnica non propriamente sopraffina di Matuidi

Con oggi, inizia la prima modifica della formazione bianconera. Si torna con un doppio tridente, e in mediana e in attacco. Ronaldo ala sinistra, Mandzukic centravanti, Bernardeschi a destra. Una menzione speciale va fatta per il giovane italiano, autore di una buona partita. La mediana invece è la stessa dello scorso anno. Panchina per Emre Can, titolarità per Khedira e Matuidi, all'esordio stagionale, con Pjanic vertice basso e goleador. Un gran gol, di destro e al volo. Per alcuni versi, molto simile al primo di Pogba con la maglia bianconera. L'attacco ha risposto presente, la difesa pure. Pochissimi i pericoli corsi da Szczesny, qualche sussulto invece per i quattro dietro, gli stessi di Verona. Imprecisioni che potevano costare care ma sempre ben rattoppate da Chiellini e Bonucci. 

La scelta contropiedista della Lazio si è rivelata non propriamente azzeccata, anche a causa di un Milinkovic Savic non propriamente all'altezza delle cifre richieste da Lotito. Sebbene il primo sussulto del match sia di marca biancoceleste, la Juventus ha avuto la capacità di ragionare nell'attesa, di proporre un gioco collettivo magari brutto a vedersi, anche noioso, ma indubbiamente efficace. Il "Ronaldocentrismo" (mi si perdoni la crasi) è mancato completamente. Poche le palle consegnate al portoghese che ha saputo comunque ritagliarsi i suoi momenti. Prima un miracolo di Strakosha, poi un assist fortuito per Mandzukic, che poteva essere gol ma sempre il portiere albanese gli ha sporcato la palla quel tanto che bastava per non farlo segnare. 

L'ingresso di Douglas Costa ha ribaltato completamente gli equilibri, causando un serio problema alla difesa della Lazio: la mancanza di punti di riferimento. Questo perché, se prima il modulo senza palla era un 4-4-2 con Matuidi e Bernardeschi esterni, l'ingresso del funambolo brasiliano ha donato una genuina anarchia al reparto avanzato che faceva roteare il tridente in continuazione. A tal proposito, basta rivedere l'azione del secondo gol in cui Mandzukic si trova spostato sulla sinistra e Ronaldo che taglia l'area centralmente. Merita una menzione speciale la prova di Matuidi, giocatore che non ha mai smesso di correre per tutti e novanta i minuti. Un vero martello box-to-box che non risparmiava contrasti e corsa. Affinasse la tecnica sarebbe davvero un top player ma per ora alla Juventus va bene così.

L'unica nota stonata è possibile vederla nell'eccessivo pragmatismo a discapito del famigerato bel gioco. Alla Juventus però serve vincere. Meglio subito piuttosto che all'ultimo respiro ed in rimonta. Sarà mai possibile riuscire a trovare una mediazione tra le due opposte visioni di calcio? Ad oggi sembra molto difficile ma allo stesso tempo non certo un problema. Interroghiamoci su quando arriverà il primo gol di Ronaldo, per mettere a tacere le prime (inutili ed incomprensibili) polemiche.