Carattere. E' questa la parola chiave del nuovo Napoli di Carlo Ancelotti che, in attesa di giorni migliori per quanto riguarda solidità difensiva e velocità di manovra, si prende la seconda rimonta di fila - la prima in casa al San Paolo - e si tiene ben stretti i sei punti conquistati dopo i primi 180 minuti della nuova stagione. Un'altra rimonta, stavolta ancor più complicata rispetto a quanto fatto otto giorni fa all'Olimpico contro la Lazio: prima Bonaventura, poi Calabria; il Milan sembra padrone, poi il crollo, la doppietta di Zielinski e la ciliegina di Mertens, a sigillare un'altra serata da Napoli, da nuovo Napoli, quello di Re Carlo Ancelotti. 

Le difficoltà, evidenti, di questa nuova versione dei partenopei, sono chiaramente fisiologiche di chi stenta, in principio a prendere in mano le redini del gioco, alzando fin dalle prime battute di gara i ritmi della stessa. Forse volutamente, forse meno, gli azzurri lasciano prendere campo al Milan nelle fasi iniziali, salvo ripartire e provare qualche guizzo - raro - con scarsa efficacia. Insigne viene servito di rado, Milik annaspa tra il triangolo delle Bermuda formato da Biglia, Romagnoli e Musacchio; stesso dicasi per Callejon, quasi mai pericoloso in una posizione molto più accentrata accanto al centravanti polacco per favorire le sterili avanzate di Hysaj.

Il Napoli sbatte ripetutamente su un Milan quadrato e compatto, stretto tra le linee e quasi mai vulnerabile: entrare nelle linee rivali appare impresa ardua, soprattutto perché Hamsik non ha i tempi del regista che muove velocemente la sfera - molto meglio Albiol, ma con qualche pecca tecnica - e Zielinski si nasconde alle spalle di un ottimo Kessie in entrambe le fasi di gioco. Di contro, invece, alla prima opportunità a disposizione i rossoneri fanno centro: Mario Rui concede ingenuamente il centro a Suso, fendente perfetto per Borini il cui appoggio di testa è un invito perfetto per Bonaventura; destro in controtempo ed Ospina, spettatore pagato di tutti i novanta minuti, battuto. 

Lo svantaggio acuisce le difficoltà in fase di impostazione del Napoli, lento e farraginoso, quasi mai pericoloso se non verso il finale di frazione, con Milik: l'unico acuto non basta, i partenopei stentano a trovare la miccia complice anche un pressing si asfissiante ma quasi mai efficace. Il vantaggio rasserena invece gli animi degli ospiti, che al ritorno in campo trovano - con un'azione piuttosto simile a quella dell'1-0 - anche il raddoppio: Suso stavolta funge da assist-man per l'accorrente Calabria, destro angolato e 2-0 ospite. Il gelo cala sul San Paolo, il mormorio della tifoseria si accosta alle costanti e continue polemiche sull'operato presidenziale. 

Serve una scossa, che arriva più o meno puntuale dopo qualche secondo dal raddoppio: Zielinski finalmente torna vivo, sradica dai piedi di Biglia la sfera, prima di posizionarsi centralmente per ricevere l'assist di Callejon; 1-2 e gara riaperta. Il Napoli torna vivo, mentre il Milan si scioglie come neve al sole: i rossoneri escono dal campo, fisicamente e mentalmente, si abbassano nei propri 30 metri senza mai appoggiarsi ad Higuain e Suso per ripartire. Gli azzurri fiutano l'odore del sangue, così come Ancelotti che inserisce Mertens per Hamsik, modellando il suo Napoli con un più offensivo 4-2-3-1; i partenopei si fiondano come uno squalo sulla preda e, dopo un paio di clamorose occasioni sul destro di Insigne e Zielinski, arrivano al pareggio, ancora con il polacco: destro violento, a volo, sugli sviluppi di un corner; Donnarumma al tappeto, limitato nella visuale, e pareggio acquisito. 

Ancelotti, da buon volpone, richiama il protagonista di serata per dare campo ad un Diawara finalmente pimpante e reattivo fin dal principio: il guineano, con un Allan semplicemente indemoniato - ovunque in ogni zona del campo - si prende le redini della mediana, tiene alta la squadra e gestisce pressing e tempi di gioco; è dai suoi piedi che nasce il gol del vantaggio e del successo: inserimento perfetto del compagno di mediana brasiliano, tocco di esterno nello spazio sublime e per Allan è un gioco da ragazzi servire Mertens, smarcatissimo, sul secondo palo. 3-2.

San Paolo in delirio e bottino pieno in cassaforte. Non il migliore inizio in termini di gioco e di compattezza, ma il migliore in quanto a risultati: l'avvio di campionato, spauracchio numero uno per una squadra a cui è stato cambiato il manico e che stenta ancora - ovviamente - ad assimilare dettami e geometrie nuove, sorride al Napoli e a Carlo Ancelotti, il quale è ben consapevole degli errori dei suoi e delle migliorie da apportare alla squadra. Una squadra che, nonostante la delusione per l'epilogo della passata stagione, si dimostra ancora viva e presente a sé stessa, oltre che al nuovo condottiero. Vincere aiuta a vincere, farlo in questo modo, con due rimonte di voglia e di abnegazione, probabilmente aiuta ancora di più. Se il buongiorno si vede dal mattino, il Napoli di Ancelotti è già sulla buona strada.