L’Inter è finalmente riuscita a trovare lo slancio che l’ha catapultata al secondo posto in Serie A, a -6 dalla Juventus e a pari punti con il Napoli (22). La vittoria imponente, e di misura, maturata all’Olimpico di Roma contro la Lazio per 0-3 non ha solamente evidenziato un calo scandaloso della compagine di Simone Inzaghi rispetto alla passata stagione ma ha circoscritto come Luciano Spalletti non sia esclusivamente riuscito a riemergere dalle insensate difficoltà di inizio stagione della propria squadra, ma come abbia addirittura migliorato il proprio gruppo, sia dentro che fuori dal campo. Sei vittorie consecutive in Serie A, a cui bisogna aggiungere quelle contro Tottenham e PSV in Champions League, non sono facili da raggiungere ma i nerazzurri ci sono riusciti simboleggiando la raggiunta, o il perseguimento costante, di una maturità che mancava da diverso tempo nel prato verde di San Siro. I tifosi approvano, i “tifosotti” polemici non ruggiscono più sulle tastiere dei social chiedendo la testa di Spalletti e Icardi e la prima di Steven Zhang da presidente dell’Inter arriva a seguito di una prestazione perfetta da parte del gruppo.

Se, infatti, alcune delle vittorie nerazzurre sono maturate grazie ai “soliti” quella dell’Olimpico è una vittoria che ha visto il supporto e l’aiuto di alcuni insospettabili. Primo fra tutti, sicuramente, Joao Mario. Lanciato a sorpresa dal tecnico di Certaldo, il numero 15 nerazzurro ha disputato una delle sue migliori partite da quando veste la maglia interista. Remore di alcune stagioni travagliate, difficili e complicate, il portoghese ex Sporting Lisbona è riuscito a convincere il proprio allenatore a schierarlo dal 1’, a seguito del suo impegno e della sua costanza in allenamento che lo hanno portato a schierarsi come trequartista alle spalle di Mauro Icardi. Alla prima da titolare, dopo quasi 10 mesi dall'ultima presenza nerazzurra, se la cava senza grossi affanni. Corre tanto, a volte risulta impreciso, ma regala sostanza all'undici interista recuperando diversi palloni e svolgendo un buon pressing sulla trequarti laziale. Da non sottovalutare nemmeno la prova del centrale difensivo Joao Miranda; lanciato a sorpresa al posto dell’ex De Vrij, l'ex Atletico Madrid risulta importantissimo nei primi 45’ dove si rende protagonista di un recupero fondamentale su un Ciro Immobile lanciato a rete su risultato di 0-0. Importante nei numerosi duelli impostati con Caicedo, armadio dell’attacco laziale; il difensore brasiliano concede pochissimo spazio per la giocata e tiene i pali di Handanovic al sicuro. Sime Vrsaljko, invece, ha dimostrato il perché della sua assenza al Camp Nou: la preservazione di Spalletti nei confronti del croato, rientrato da poche settimane da un infortunio, è stata fondamentale in quanto ha inciso sul buonissimo esito del posticipo del lunedì. Prova a spingere sfruttando anche la mobilità di Politano sulla sua fascia, crossa bene e difende su Lulic che non è un cliente semplice; l'ex Atletico si fa trovare pronto anche a livello di personalità e lascia un sorriso sulle bocche dei tifosi nerazzurri, consapevoli che “quel croato lì” non è per niente male sulla fascia destra. Da non sottovalutare nemmeno la prova di Borja Valero; entra benissimo in partita, al posto di Joao Mario intorno al 57esimo minuto, e riesce a servire un assist geniale a Mauro Icardi per il terzo gol, lasciando a bocca aperta la difesa della Lazio, sguarnita e lacerata dalla tecnica dello spagnolo.

Se, invece, si va a guardare alla prestazione dei “soliti” non si può non porre la lente d’ingrandimento su Mauro Icardi. Il bomber argentino ha disputato l’ennesima prova convincente della sua carriera in una stagione che sembra tirar fuori il meglio dalla punta nerazzurra. Icardi è un attaccante che si può amare o odiare ma a seguito della partita contro la Lazio ci si domanda come possa esser stato criticato da alcuni dei propri tifosi e, soprattutto, come possa non esser stato convocato dall’ex C.T. dell’Argentina Sampaoli. Icardi continua a dare lezioni di calcio e lascia intendere che la sua “utilità” non deve essere messa in dubbio da nessuno. Nelle ultime 5 partite (escludendo la Champions League), quasi come se volesse rispondere ai leoni da tastiera “mauroscettici”, ha portato a casa gol e assist contro la Fiorentina, panchina contro il Cagliari, doppietta con la SPAL, gol vittoria al 90esimo nel derby e doppietta contro la Lazio. 6 gol, un assist e tanti punti donati alla causa nerazzurra. Un modo semplice per trasformare i dubbi in esaltazione generale. In questo mese di ottobre Mauro Icardi è decisamente “on fire”.

Se si guarda a Icardi non si può non guardare a Marcelo Brozovic, altro rigenerato dalla mano fatata di Luciano Spalletti. Da quando il tecnico di Certaldo lo schierò in quella complicatissima sfida contro il Napoli, il centrocampo dell’Inter non può più farne a meno. Brozovic dona più assuefazione della nicotina. I numeri in questo caso aiutano a spiegare l'apporto dato dal croato alla manovra nerazzurra. Ben 12 chilometri percorsi in ogni partita disputata (Lazio inclusa), 103 palloni toccati nel posticipo del lunedì, da questi sono partiti 86 passaggi di cui 79 andati a buon fine (oltre il 91%), 7 duelli vinti, 2 dribbling riusciti e l’ormai emblematica “mossa coccodrillo” sulla punizione di Cataldi nel secondo tempo,precisa e identica a quella del Camp Nou che ha sventato una genialata su punizione di Luis Suarez. Il tutto senza considerare il bellissimo gol dello 0-2, ovviamente. Ultimo osservato speciale classico in casa Inter è Samir Handanovic. Sempre sicuro quando chiamato in causa, anche nel gioco con i piedi, bravo soprattutto nella ripresa su una punizione di Cataldi, su un tiro ravvicinato di Marusic e su una conclusione di Immobile sullo 0-3. Resta clamoroso come tanti tifosi abbiano aspramente criticato lo sloveno il cui unico pegno è stato l’errore inspiegabile contro il Torino.