La tifoseria, si sa, è una parte fondamentale per una squadra di calcio. I tifosi cantano, gridano, insultano, inneggiano ai propri idoli, fischiano, esultano e danno quel qualcosa in più ai propri giocatori che, in alcuni casi, li spinge letteralmente alla vittoria. L’Inter è consapevole della forza della propria tifoseria, gruppo di persone indistinte che sono sempre state presenti per la squadra nerazzurra di Milano. I tifosi erano presenti nei momenti di gioia e felicità ma anche, e soprattutto, nei momenti di tristezza, difficoltà. L’Inter ha brancolato per molto tempo nel buio, prima dell’avvento sulla panchina di Luciano Spalletti (remore di essere riuscito a ricompattare un gruppo spaccato in chissà quanti pezzi). Quel sentimento istintivo e ardente, quella sensazione che profuma di passione viva e incondizionata che tutti i cuori nerazzurri alimentano con quell’”Amala”, prima di una partita, in fase di riscaldamento o nel momento in cui la loro Beneamata e l’avversario scendono in campo. L'Inter chiama e il suo popolo risponde sempre presente. Ma il popolo ha sempre risposto, incondizionatamente.

L’unica eccezione della storia recente è stata circa due anni fa, nel 2016, quando l’Inter venne clamorosamente eliminata da un girone di Europa League decisamente agevole. In occasione del match giocato a San Siro contro lo Sparta Praga, la squadra allenata all’epoca da Stefano Pioli, subentrato a Frank de Boer, giocò in un San Siro mezzo vuoto. I tifosi avevano optato l’avanzamento di una protesta silenziosa anche, e soprattutto, a causa del fatto che la squadra milanese era già matematicamente fuori dalla competizione europea. Il match terminò sul risultato di 2-1 grazie alla doppietta di Eder che annullò quello di Marecek. Ma non verrà mai dimenticato lo striscione con su scritto “Vergognatevi” in riferimento allo scarso impegno dei giocatori dell’epoca. La Curva Nord restò fuori dallo stadio durante tutto il prosieguo del match.

Il momento, ora, ha cambiato decisamente la rotta. Dopo quel rischio di rottura fra squadra e tifoseria, il momento è incredibile. I tifosi, da quel giorno, non hanno più abbandonato la squadra e sono stati ripagati con una qualificazione in Champions che ha consolidato un meraviglioso rapporto che continua a crescere di giorno in giorno. San Siro è andato in sold-out in match come quelli contro il Milan e il Tottenham, ha sfiorato i 70.000 in occasione di partite contro squadre “meno blasonate” e il sold-out è stato già dichiarato per il match di martedì sera contro il Barcellona: lo stadio ospiterà ben 75.000 cuori interisti. Se vengono aggiunti gli oltre 65.000 che siederanno sugli spalti durante il match contro il Genoa, la squadra nerazzurra conterà sul supporto di circa 140mila tifosi nel giro di qualche giorno.

L'Inter, in questa stagione, vanta circa 308mila spettatori totali per le cinque gare casalinghe disputate in campionato, con una media di 61.600. L’apice è arrivato, come da pronostico, contro il Milan: il derby di Milano ha fatto registrare 78.275 presenze e un incasso da oltre cinque milioni di euro. Alle spalle della Beneamata, al secondo posto, della graduatoria di questa Serie A, c’è il Milan che rimane staccato di circa 10mila posti a match. Come grado di riempimento dell'impianto, invece, sarebbe superiore lo Stadium della Juventus, che però conta 40mila posti disponibili, ben 20mila in meno dell'Inter, dato non trascurabile. La società nerazzurra chiuse lo scorso campionato con oltre 57 mila spettatori medi e oltre un milione complessivo di presenze stagionali per le gare interne a San Siro. Numeri da paura, da capogiro, primati che si confermano di anno in anno e che attestano il grado di culto del tifoso interista. Se l’Inter sta crescendo per tornare fra le grandi d’Europa lo deve soprattutto alla fedeltà cieca dei propri tifosi che hanno dimostrato di essere una delle migliori tifoserie italiane ed europee.

 

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