Una nota canzone del 2012 sottolineava la paura ed il delirio che si avvertivano Marakana. Il rapper autore del testo si riferiva logicamente allo stadio brasiliano, ma sentimenti del genere potrebbero essere tranquillamente traslati per descrivere quanto successo in un altro Marakana, quello cioè di Belgrado. Nella serata di ieri, infatti, la Stella Rossa ha battuto il Liverpool, frenando i Reds e rilanciandosi in ottica passaggio del turno. Un bel regalo a Napoli e Paris Saint-Germain, prossime a scendere in campo al momento del triplice fischio della sfida in terra serba. Un risultato che ha sicuramente cambiato i piani delle due formazioni, che anche con un pari - che si è poi avverato - avrebbero potuto bollare come positiva la loro sfida di Champions League.

E' stato forse per questo che, inizialmente, il Napoli ha assunto contro il PSG un atteggiamento più cauto. Senza l'obbligo del successo, i partenopei hanno affrontato il match con più calma, compatti ma senza l'assillo dei tre punti. Scesi in campo con il solito 4-4-2, i ragazzi di Ancelotti hanno inizialmente lasciato la manovra ai francesi, che in avanti hanno comunque faticato a trovare spazi. Mbappé e Neymar, sorvegliati a vista, non hanno infatti creato troppi pericoli dalla parte di Ospina, Angel Di Maria ha marcato Hamsik senza però accendere la lampadina. In avanti, però, il Napoli non è mai riuscito a rendersi effettivamente pericoloso, dando prova di potenziale cinismo ma fallendo al momento di tramutarlo in realtà. Insigne e Mertens, molto mobili, non hanno mai ricevuto palloni giocabili ed i vari lanci lunghi dalle retrovie si sono spesso spenti senza creare incendi.

Una lunga fase di gestione, il primo tempo, che ha comunque confermato l'ottimo lavoro di Ancelotti. In pochi mesi, l'ex mister di Milan e Real ha tramutato una rosa quasi costretta ad attaccare sempre in una capace di valutare i momenti della partita. Da migliorare c'è però la fase difensiva o almeno l'attenzione verso la stessa, soprattutto contro rose del genere. Appena la retroguardia partenopea s'è concessa una pausa, a primo tempo praticamente chiuso, il PSG ha colpito con un'azione delle sue: incursione di Mbappé sulla corsia mancina, suggerimento in mezzo ed inserimento di Bernat che, tutto solo, batte Ospina. Quattro calciatori intorno all'ex Bayern e nessun intervento per togliergli il pallone

Nella ripresa, la beffa del goal subito non abbatte il Napoli, anzi. I primi quindici minuti sono un vero e proprio assedio, con il solo Buffon a difendere il forte. L'ex portiere della Juventus salva due volte su Mertens al 51', ripetendosi due minuti dopo, quando si frappone tra lo stesso Mertens e la porta e costringe il belga a sparare altissimo. Il goal è però nell'aria. A procurarlo ci pensa Thiago Silva, troppo poco attento in difesa al momento di disinnescare un innocuo suggerimento del solito Mertens per Callejon. Senza nemmeno accorgersi che lo spagnolo è in offside, il centrale brasiliano svirgola la palla, rimettendo l'ex Real in gioco. Come se non bastasse, Silva frana poi addosso a Callejon, assieme a Buffon, regalando al Napoli un penalty  segnato da Insigne.

La seconda fase di frazione vede gli ospiti soffrire. I centrocampisti del Napoli aggrediscono molto di più quelli del PSG, separando il reparto offensivo dalla linea mediana. Quando gli attaccanti francesi ci prova, ci pensa Allan a disilluderli. La gara regala tanta intensità ma poca sostanza, con il Napoli che non riesce a sfondare più. Paradossalmente è il PSG a rischiare di vincere, quando è Mbappé a concludere male da ottima posizione. E' il gong anticipato del match, che finisce 1-1. Al netto delle due sfide, il Napoli è avanti, ora però non bisogna perdere di vista l'obiettivo della qualificazione. Grazie al tondo del Liverpool, gli azzurri hanno buone chances. Non si dovrà però fallire la sfida contro la Stella Rossa, al San Paolo. In caso di successo, infatti, gli ottavi potrebbero diventare realtà.