Dopo lo 0-0 con la SPAL sono piovute critiche da parte dei tifosi sull'Udinese di Nicola per la scarsa capacità realizzativa della squadra, che sta, comunque, molto lentamente, racimolando punti nella lotta salvezza. Ora c'è il Cagliari per l'ultima partita dell'anno, contro i sardi al Friuli sarà vietato sbagliare, memori anche della bordata di fischi dello stadio dopo l'1-1 col Frosinone.

La produzione offensiva dell'Udinese ancora latita, mentre le dichiarazioni sui miglioramenti della squadra non piacciono molto ai tifosi: "Ci stiamo lavorando, anche se con tre gare in una settimana è più complicato ma abbiamo lavorato su quelli che sono i nostri limiti. Lo so che da fuori è più difficile da vedere, ma i progressi ci sono, ance se non così veloci. Lo so anch'io che davanti dobbiamo fare di meglio, ma non è da tutti andare a San Siro e fare quattro palle gol. Ho ereditato una situazione, siamo partiti dalla priorità, ovvero l'organizzazione difensiva. Anche in attacco però ci sono progressi, a Ferrara ci siamo proposti di più, dobbiamo ora cercare di finalizzare.

Il cambio di filosofia ha sicuramente portato a un gioco diverso, magari più difensivista: "L'unica partita in cui non siamo riusciti a tirare è stata quella con il Sassuolo, dopo la vittoria con la Roma. Poi la squadra ha fatto dei passi in avanti. In un mese e poco più non ci può essere un cambio di filosofia totale rispetto alla precedente, questa squadra arriverà a giocare secondo il mio modo, ma si può fare in poche partite dove poi i risultati sono fondamentali, perchè devo anche raccogliere punti mentre cerco di limare i difetti".

La rosa bianconera ancora non ha meccanismi consolidati, ma singolarmente i giocatori sono di talento: "I nostri giocatori hanno delle potenzialità, ma non possono emergere subito. Prendete De Paul, ora è decisivo con le sue giocate, ma è qui da tre anni. Dopo questa partita faremo una valutazione su come e dove intervenire, dove si può migliorare, un confronto con la società è normale e non sarà fatto solo sul mercato, ma anche sulle aspettative che ci sono. Prendete in questo caso Opoku, l'ho tenuto fuori un mese perchè doveva lavorare su un paio di principi che gli mancavano. Appena l'ho ritenuto pronto gli ho dato un'occasione, sbaglierà ancora in futuro, è inevitabile, ma è in crescita".

La partita contro il Cagliari è uno scontro salvezza, negli ultimi due gli uomini di Nicola non hanno brillato particolarmente: "Contro il Frosinone la partita potevamo vincerla, non l'abbiamo portata a casa per nostra negligenza, ma avete visto che non è una squadra materasso, che regala punti. Stessa cosa le altre squadre che lottano per salvarsi. In questo momento tutte le squadre sono avanti a noi come sinergia in campo, anche il Cagliari, che lavora da anni su uno stesso sistema di gioco, non sarà una partita semplice, ma hanno anche dei difetti, se sapremo giocare al meglio potremo fare il risultato".

Continua a tenere banco il caso Lasagna, che non è il giocatore cattivo visto l'anno scorso: "Credo che sia uno di quei giocatori che debba mettersi più velocemente in forma. Non è al top della condizione ora, ma ha caratteristiche che servono a questa squadra. So cosa mi può dare, ma da quando sono arrivato io ha sempre avuto qualche problema fisico, contro il Sassuolo ha rigiocato con un compagno di reparto, facendo vedere che comunque cerca di mettere in pratica i movimenti che gli sto chiedendo. Vuole onorare questa maglia. Credo che giocatori come lui, quando saranno cresciuti, faranno la differenza".

La squadra non sembra ancora essere fluida: "È un processo di apprendimento. Per arrivare a fare un automatismo, non ci devi pensaredevi ripeterlo in continuazione. Se tu dai un nuovo movimento viene provato in allenamento, ma poi in campo la memoria inconscia ti porta a fare i movimenti a cui sei abituato. Solo ripetendoli puoi farli diventare automatismi. Poi i giocatori vengono da tre anni in cui ci sono stati anche momenti traumatici, tante sconfitte di fila per esempio lasciano un segno".

Intanto gennaio e il mercato di riparazione sono alle porte: "Devo pensare ora a fare risultati con quelli che ho a disposizione, prima della partita con il Cagliari sono tutte chiacchere, dopo non lo saranno e un confronto sarà normale, io parlerò per le mie sette partite e vedrò con la società come si potrà lavorare. Io devo pensare innanzitutto che sono arrivato in una squadra che era retrocessa e in difficoltà e voglio portare i giocatori in un altra posizione, facendo risultati".

Intanto buone notizie dall'infermeria con il rientro di Barak, mentre Mandragora è un altro di quei giocatori che continuano a non convincere nella posizione in cui giocano: "Mandragora ha caratteristiche da play, può fare la diga davanti alla difesa e impostare l'azione, anche in un centrocampo a due. Barak mi piace tantissimo, posso solo sognare di avere il giocatore che ho visto in video, ma in questo momento non è così. Gli ho fatto fare dieci minuti a Ferrara anche per fargli capire che per noi è e sarà importante. Fino ad ora ho avuto 12/13 giocatori effettivamente al massimo, alcuni non si sono nemmeno mai allenati, mentre altri dovevano apprendere certi principi, come per esempio Opoku che, appena ha mostrato dei miglioramenti, ha avuto la sua chance".

I fatti di San Siro: "Il campionato non lo fermano, è un motore grandissimo con interessi grandissimi. Siamo alle soglie del 2019, è una vergogna. Noi siamo una squadra multirazziale, è stupido continuare a parlare di certe cose. Se si vuole, si possono cambiare le cose, altrimenti di cosa parliamo?".