Il Grande Torino non si può scrivere o presentare in un articolo. Quella era una squadra di Campioni, di Uomini, di Eroi. Ma come spiegare alle nuove generazioni gli Eroi di Superga e la loro tragica storia? Io avrei pensato di raccontare il tutto come una fiaba: chiudete gli occhi e fatevi leggere questo articolo dai vostri genitori o nonni.

C'era una volta, o meglio esiste ancora, una città chiamata Torino. Siamo negli anni '40 e una squadra domina tutto in Italia. Si chiama Torino Football Club. I tifosi torinesi che non si riconoscono nella squadra della città, la Juventus, fondano un nuovo club: la maglia granata e la passione di una città che arde in modo forte e convinto nel nome stesso di Torino come la città. Negli anni '30 si era assistito al quinquennio bianconero e si doveva cambiare rotta e si cambia solo sponda del fiume Po. Il Torino cresce e domina le stagioni nei primi anni del'40, salvo poi dover fermare il suo dominio per la Seconda Guerra Mondiale. Campionato sospeso, molti giovani a combattere e il calcio perde tutto il suo interesse. Contavano più le idee del regime fascista e le manie imperialiste di Mussolini che il pallone sul campo da gioco.

Nel 1945, grazie all'intervento americano e alleato, l'Italia venne liberata e il fascismo fu eliminato per sempre, ma i danni dei bombardamenti, le vite umane spezzate, le macerie erano ancora per la strada di ogni città italiana. Torino non era un caso separato dal resto della penisola e viveva nello stesso modo, distrutta e ferita. Ma il campionato riprese, come la voglia di normalità del popolo italiano, e il pallone tornò a rotolare sul campo. Ed è qui che parte la vera storia del Grande Torino: in un campo chiamato Filadelfia, in pieno centro città, una squadra che è diventata quasi una filastrocca a memoria e da cantare, incantava il mondo con la classe e faceva sognare.

"Volava, volava e il mondo sognava quella maglia sudata di color granata" dice una canzone dei tifosi del Torino ed è proprio vero. Quei Granata facevano calcio, puliti e corretti, umili pur essendo superiori a ogni altra squadra. Ora si potrebbe pensare chi conosce già questa storia che sia una mia sviolinata al Torino o a qualcuno, ma vi sbagliate: quella squadra era davvero di Invincibili. Nessuno poteva batterli, nessuno sapeva come. Solo una forza superiore li vinse, il Destino: il 4 Maggio 1949, il Grande Torino, tornando da una trasferta in terra portoghese, dopo aver affrontato il Benfica, si schianta per cause ancora misteriose, sulla basilica di Superga, collina sopra la città. E' una tragedia immensa: quella squadra doveva giocare le ultime quattro di campionato e avrebbe avuto lo scontro diretto contro l'Inter qualche giorno dopo per vincere il campionato (che vinse comunque su parere favorevole dell'Inter e delle altre squadre), giocando con la Primavera di allora.

L'Italia intera pianse quella tragedia, quel maledetto dolore per un vuoto incolmabile per una Squadra che aveva accompagnato la ricostruzione del Paese nel dopoguerra e che aveva incantato ogni tifoso torinista e avversario. Il Grande Torino è vivo, lassù tra le nuvole sta ancora giocando a calcio con un pallone di cuoio, gli Invincibili Eroi sono sempre presenti e lo saranno sempre in un paese che troppo spesso perde la memoria storica. Il Grande Torino è il collante di un Paese che non deve dimenticare, di una città tutta intera che soffre e che ricorda. Torino, oggi e sempre, è il suo 4 Maggio. I torinesi, juventini o torinisti, sono le diverse facce di Torino. Nemici sì, ma uniti nel dolore di una tragedia che è della Città.

Lo striscione ieri allo Stadium della Curva Sud ("Onore ai caduti di Superga", ndr) simboleggia in pieno cosa sia questa data per la città di Torino. Perché la rivalità è bella e fa parte del gioco del calcio e dei derby, ma le tragedie di Superga e dell'Heysel non devono e non possono essere oggetto di scherno da parte di nessuno. E' la forza del Toro, nata dal destino, dai campioni che in cielo giocano con Valentino. Come recita un'altra canzone dei tifosi. Ecco, allora, i nomi di coloro i quali sono rimasti impressi per sempre nella memoria dei tifosi, granata e non:

VALERIO BACIGALUPO 

ALDO E DINO BALLARIN

EMILE BONGIORNI

EUSEBIO CASTIGLIANO

RUBENS FIALDINI

GUGLIELMO GABETTO

RUGGERO GRAVA 

GIUSEPPE GREZAR 

EZIO LOIK 

VIRGILIO MAROSO

DANILO MARTELLI

VALENTINO MAZZOLA IL CAPITANO

ROMEO MENTI

PIERO OPERTO

FRANCO OSSOLA 

MARIO RIGAMONTI 

JULIUS SCHUBERT

Ecco qui i nomi e cognomi di quei giocatori vinti dal solo Destino e che oggi ricordiamo nei 70 anni di quella tragedia immensa per un intero popolo granata e per tutto il calcio e per Torino, insieme allo staff e ai giornalisti presenti su quel volo maledetto che persero la vita con quella squadra. Ora apri i tuoi occhi figlio e guarda il tuo cuore perchè batterà per sempre di Granata.