Dopo l'ennesimo ed ignobile episodio di razzismo avvenuto nel corso di Cagliari-Inter dell'1 settembre nei confronti del neo acquisto nerazzurro Romelu Lukaku, la Procura della FIGC ha richiesto l'apertura di un supplemento di indagine per fare luce su quanto accaduto attorno al minuto 70. È questo quanto si apprende attraverso il documento pubblicato dalla Lega Calcio e firmato dal Giudice Sportivo nel quale scrive testualmente che la decisione è stata presa "in relazione alla comunicazione della Procura di cori oggetto di notizie di stampa e di emittenti televisive". La decisione su una possibile sanzione nei confronti della società del Cagliari verrà presa nei prossimi giorni ma intanto la società rossoblu si è subito schierata contro ogni tipo di discriminazione attraverso un comunicato nel quale si legge che "Il club ribadisce una volta di più l'intenzione di individuare, isolare ed estromettere dalla propria casa gli ignoranti, anche fosse uno soltanto, che si rendono protagonisti di gesti e comportamenti deprecabili e totalmente agli antipodi dei valori che, con determinazione, il Cagliari Calcio porta avanti in ogni singola iniziativa".

Il fatto

La causa scatenante dei buu razzisti è senza dubbio la concessione del calcio di rigore a favore dell'Inter, proprio sotto la curva del Cagliari. E dal momento in cui sul dischetto si presenta Lukaku fino a quando il rigore non viene realizzato dal settore occupato dagli ultras sardi arrivano fischi, ululati e buu di ogni tipo nei confronti dell'attaccante belga che poi realizza il rigore e con lo sguardo lancia un'occhiataccia nei confronti di chi lo stava insultando. Scena non molto distante da quella della scorsa stagione quando fu Kean ad essere preso di mira e trattato nella stessa maniera, e prima ancora di lui sempre a Cagliari furono vittime di razzismo Alex Sandro, Matuidi, Muntari e ancora più indietro nel tempo Samuel Eto'o. Ora finalmente la Procura Federale ha deciso di approfondire i fatti per cercare di eliminare dai nostri stadi pseudo-tifosi che con il nostro sport non hanno nulla a che fare.