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Cannavaro: "Situazione difficile per il calcio Italiano"

Fabio Cannavaro racconta della difficile situazione del calcio italiano in un'intervista alla Gazzetta Dello Sport.

Cannavaro: "Situazione difficile per il calcio Italiano"
FABIO CANNAVARO
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Di Francesco Vitale

Cannavaro a tutto campo. L'ex difensore centrale dell'Italia Campione del Mondo nel 2006 parla della difficile situazione nella quale riversa il calcio italiano ma non solo. Il napoletano parla dei suoi possibili eredi sul manto erboso e tanto altro ancora in questa intervista da leggere fino all'ultima parola. Al sorteggio per le qualificazioni Mondiali era sul palco. E Oliver Bierhoff, presa la pallina che accoppiava la Spagna agli azzurri, s’è rivolto subito a lui: "Scusami, Fabio, ma siete l’Italia e ce la farete lo stesso".

"Il calcio italiano non vive un bel momento, malgrado la finale di Champions. Nessuno ha il coraggio di cambiare, di investire su giovani e strutture: quando passo dal 'San Paolo' mi viene la tristezza". Queste le prime parole del capitano azzurro, che ha poi proseguito parlando dei suoi eredi in campo: "E poi non ci sono più i difensori di una volta. Un tempo bastava essere concentrato e difendere bene. Oggi vogliono che il difensore giochi, gli insegnano a guardare la palla e non a sentire l'avversario. Com'è possibile che ci siano attaccanti da 60 gol? Sarà anche colpa delle difese, no? In italia resistono ancora Barzagli, Bonucci e Chiellini. Rugani-Romagnoli sono Nesta-Cannavaro del futuro? Forse, se li lasceranno crescere. Noi alla loro età eravamo più pronti, abituati da test più difficili. Non è colpa loro se il mercato fa certe valutazioni e li carica di tali aspettative". Ci siamo venduti anche i diritti del pre-partita: cosa resterà quando serviranno altri soldi? Qui allo Zenit, Villas Boas si lamenta che il governo lo obblighi a schierare cinque russi per proteggere la nazionale. Da noi sarebbe discriminazione, e comunque è un po’ tardi per far crescere i giocatori arrivati in prima squadra, ma almeno è un tentativo".

Il plurititolato difensore si è successivamente spostato sulla questione Scudetto per quanto riguarda la prossima Serie A: "Per quanto riguarda la lotta scudetto la Juventus resta favorita anche cambiando tanto. Non è questione di numeri o di modulo, ma di spirito di sacrificio. Al Real a volte giocavamo con cinque davanti, Lippi superò la Germania in semifinale con quattro punte. Se manca equilibrio sei sbilanciato anche con un attaccante".

Da ex interista, Cannavaro analizza anche la nuova Inter di Thohir e Mancini"Sta facendo un bel calciomercato, ha sistemato la difesa con Miranda e preso giocatori fisici tipo Kondogbia: come piace a Capello, come era stato dopo il 2006 quando arrivarono Ibra e Vieira". Sul Napoli, invece: "Benitez va/resta è stato l'alibi per i risultati della stagione passata. Sarri, come Mihajlovic, ha belle idee che contano più dell'esperienza. E non è vero che viene dal nulla: allena da 20 anni. Qualcuno pensa che conti solo allenare in A, ma non è più così".

Sulle altre contendenti al titolo italiano, Cannavaro analizza la situazione della Roma di Garcia e del Milan di Sinisa Mihajlovic che sta nascendo, con l'idea Ibrahimovic che è sempre viva: "Garcia non ripeterà certi errori, ha capito che in Italia i conti si fanno alla fine. La Roma l'anno scorso ha pensato più a litigare con la Juve sui giornali che a giocare. Milan? Magari tornasse Ibrahimovic: nelle mie squadre giocherebbe sempre. In difesa puoi lavorare sui meccanismi e renderla affidabile. Certo, nei momenti difficili, l'individualità conta. Ma non è facile trovare difensori validi senza svenarsi".

Infine, da Campione del Mondo nel 2006, parla della Nazionale di Conte, parlando del lavoro che l'ex Juve sta provando a svolgere con gli azzurri: "Antonio forse non ha ancora trovato la chiave affinché l'Italia interpreti il suo gioco come la Juventus. Ci vuole tempo e lui ne ha poco, ma studia e insegna sempre. Deve anche gestire i veterani come Pirlo e De Rossi che non dovrebbero giocare tutte le amichevoli. Ha però un Verratti che il mondo gli invidia e Marchisio che ormai interpreta benissimo il ruolo di play".