Serse Cosmi attacca, e fa capire che anche il suo Trapani lo farà per dare la caccia alla prima storica promozione in serie A. Continua la diatriba a distanza tra chi ritiene che i granata giochino un calcio difensivo e catenacciaro e il tecnico umbro, il quale ribadisce che la sua squadra non alzerà le barricate al cospetto degli abruzzesi: "Sembra che sia una partita tra una squadra che gioca il calcio totale e un’altra che gioca solo ad aspettare. Si cerca di contrapporre le idee di un calcio propositivo con quello speculativo. Siccome a me non piace quando i giornalisti fanno brutte figure, vorrei ricordare che il nostro calcio non totale ha il terzo attacco del campionato, ha i difensori che hanno segnato più gol, e che nel girone di ritorno ha il miglior attacco e la miglior difesa. Le caratteristiche sono diverse".

Gran parte delle chances che il Trapani avrà di battere il Pescara e salire in massima serie, passeranno dalle condizioni di Nicola Citro e Bruno Petkovic. Entrambi sono partiti dalla panchina al ritorno contro lo Spezia, e Cosmi fa capire che non è ancora chiaro se ci saranno dal primo minuto allo stadio Adriatico: "Petkovic si è allenato oggi, domattina valuteremo nella rifinitura. Sta molto meglio dell’ultima volta, è nelle condizioni di quando siamo andati a giocare a La Spezia. Citro fa solo un lavoro leggero di rifinitura a causa della pubalgia, per non appesantirsi troppo. Ad oggi il grande merito di questo gruppo è quello di non essersi accontentata dopo aver spostato gli obiettivi. Ma il 9 giugno, al di là delle chiacchiere, ci saranno una squadra che andrà in Serie A e una delusa".

Cosmi è consapevole che la storia del club e dell'intera città potrebbe cambiare, qualora dovesse arrivare la promozione in serie A. Soprattutto su un piano economico, visto che l'entusiasmo della piazza è sempre stato alle stelle, anche se il tecnico del Trapani proverà a far restare i suoi ragazzi sempre con i piedi per terra: "Poniamoci di fronte ad una partita che vale 25-30 milioni, stando sul concreto. Partendo da questa considerazione, capiamo l’importanza della partita. Il traguardo è vicino per entrambe le squadre, ma credo che nessuna come noi possa avere la motivazione più grande per poterlo tagliare. Per quanto il Pescara possa impegnarsi alla morte, non avrà mai le nostre motivazioni. È la storia del nostro campionato: il Pescara conosce già la Serie A e il Trapani vorrebbe conoscerla. Sentiamo dentro cosa significherebbe arrivarci, per noi è troppo più grande rispetto a cosa possano sentire gli altri. Bisogna gestire l’entusiasmo per non farlo trasformare in euforia o in timore di non agguantare qualcosa di grande. Devo essere sincero, però: in queste situazioni me la sono sempre cavata bene. Quello che ho provato a Wolfsburg o a San Sisto con la Pontevecchio è identico. Mi auguro di viverle anche qui".

E per Serse Cosmi, questa finale playoff assume tutti i contorni di una rivincita, nei confronti di chi riteneva ormai superato il suo modo di fare calcio: "Le carriere degli allenatori sono fatte di persone che trasformano le vittorie in sconfitte e le sconfitte in vittorie. A Siena siamo partiti da -6, ma abbiamo fatto 17 punti in 17 partite. Iachini è subentrato facendone 19 in 21. Eppure quello che ne è uscito vincitore è Iachini. A Brescia ho ancora la media punti più alta in Serie B, ma non ho fatto i playoff. A Lecce ho sostituito Di Francesco con soli otto punti e abbiamo quasi fatto un miracolo, a Pescara sono subentrato dopo sette sconfitte consecutive e m’hanno chiesto la salvezza perché qualcuno stava facendosela addosso. Le mie rivincite non si basano sui risultati, ma su chi li ha raccontati in maniera disonesta".

Non può mancare una riflessione sul Pescara, la squadra che proverà ad infrangere il sogno del Trapani. Cosmi è consapevole della forza del gruppo a disposizione di Massimo Oddo, e ne analizza quante più sfaccettature possibili: "Chiaramente si sentono forti e per vincere queste sfide bisogna sentirsi forti. Non troppo, altrimenti si rischia, infatti non credo che avranno nella loro testa l’idea di essere già promossi. Hanno un allenatore che, per quanto giovane, ha vissuto momenti importanti in finale di Champions. Pur proponendo una certa sicurezza, dentro non sei mai sicuro. Anche l’ambiente sa perfettamente di avere di fronte una squadra con le loro stesse probabilità di andare in Serie A. Hanno due giocatori che sono la loro forza, magari non in vetrina come Lapadula e Caprari. Secondo me Memushaj (che non ci sarà, ndr) e Benali incidono tantissimo nel concetto di squadra, poi ci sono altri giocatori con qualità incredibili".