Alla fine Marcello Lippi ha dovuto fare un passo indietro e rinunciare al ruolo di direttore tecnico delle nazionali italiane, ruolo che aveva accettato su proposta di Carlo Tavecchio. Il presidente federale vede così sfumare uno dei suoi obiettivi principali a livello di ristrutturazione in quel di Coverciano.

Comprensibile il rammarico di Tavecchio che commenta così quanto emerso nelle ultime ore: "Sono sempre stato in contatto con Lippi, sono sorti problemi giuridici per quanto riguarda il figlio. Sapete tutti quanto volessi questa scelta, ma non abbiamo avuto alternativa che chiedere alla Corte Federale, il massimo organismo di giustizia. La corte federale ha istruito la pratica, in questi giorni arriverà la risposta. Io ho pregato di soprassedere, ma oltre non posso andare. La Federazione ha norme da rispettare, il giorno dopo che è emersa la questione io ho mandato la lettera alla corte che ora ha i suoi tempi per decidere. Eventuale sostituto di Lippi? Il mio problema attuale è la Spagna, non penso a nient'altro."

La "colpa" è che il figlio di Lippi, Davide, è un procuratore sportivo e la nomina dell'ex ct ad un ruolo federale avrebbe dato origine ad un pericoloso, quanto ipotetico, conflitto di interessi. La FIGC in questo senso ha norme molto chiare e specifiche che non possono essere violate in alcun modo. Come detto da Tavecchio si è cercata una scorciatoia, ma alla fine tanto Lippi quanto il presidente federale hanno dovuto accantonare questo progetto che pure sembrava aver trovato molti sostenitori all'interno del movimento calcistico del nostro paese.