E' il 23 settembre del 1981, a Bologna l'Italia scende in campo per un'amichevole contro la Bulgaria. Gli azzurri, guidati da Bearzot, vincono 3-2, la terza rete porta la firma di Giuseppe Dossena, centrocampista del Torino. Nessuno, in quel momento, può immaginarlo, ma quel gol di Dossena rimarrà per decenni l'ultimo messo a segno da un giocatore granata con la maglia azzurra della nazionale maggiore. Un digiuno che durerà addirittura 35 anni. Fino a ieri sera, fino al minuto 24 di Macedonia-Italia, giocata a Skopje: Belotti si avventa sul corner calciato da Bernardeschi, apre il piattone e spedisce la sfera sotto la traversa, la maledizione è spezzata, un giocatore del Torino torna ad essere decisivo in nazionale dopo 35 lunghissimi anni.

Una pennellata granata, quella di Belotti, in una serata che per l'Italia ha assunto tonalità di grigio che, ad un certo punto, con la Macedonia in vantaggio, quasi tendevano al nero. Ma il gol del Gallo, tra i pochi a salvarsi nel quasi naufragio in terra macedone, non è stato l'unico tocco di granata nella serata di Skopje: a decidere l'incontro è stata la doppietta di Ciro Immobile, che con il Toro ha vissuto la sua stagione migliore e che proprio dal Toro ha scelto di ripartire nella seconda parte dello scorso campionato.

E poi alla guida di questa nazionale c'è quel Ventura condottiero granata nelle ultime cinque stagioni: e chissà che al tecnico genovese, dopo quattro uscite azzurre caratterizzate da molte ombre e poche luci al centro della feroce critica di stampa e tifosi, non manchino i dolci giorni all'ombra della Mole, quando la pressione era infinitamente minore. E ancora, in panchina, ieri sera, c'era un Benassi alla prima convocazione con la nazionale maggiore. Insomma, nell'azzurro della tremebonda Italia di Skopje c'erano forti tinte granata. E se è vero che attingere da squadre di metà classifica sia segno di involuzione tecnica per la nostra nazionale, è pur vero il contrario: il fatto che il Toro, dopo decenni, torni ad essere serbatoio per l'Italia è un chiaro segno della crescita dei granata. Sì, di quel "percorso di crescita" tanto caro al nostro CT.

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Andrea Dalmasso
La scrittura come passione, il calcio come malattia, il giornalismo sportivo come grande sogno.