Da Cracovia a Cracovia. Deve portar bene lo Stadion Cracovii all'Italia di Luigi Di Biagio, che dopo la vittoria sulla Danimarca della gara d'esordio ed il successo di quarantottore fa sulla Germania si appresta ad affrontare nello stesso teatro anche la Spagna, favorita numero uno per il trofeo finale. Non c'è due senza tre, sperano gli azzurrini, che alla vigilia della semifinale dell'Europeo lavorano incessantemente per limare tutti i dettagli in vista della sfida di domani sera. Spalle al muro, l'Italia ha reagito, scuotendosi dal torpore visto in campo contro la Repubblica Ceca, crocevia negativo che poteva rappresentare il punto di non ritorno della manifestazione per i nostri. Ed invece, il regalo è arrivato proprio dai cechi, che compiuta l'impresa sono successivamente implosi negandosi la gioia della qualificazione. 

Si guarda avanti, adesso, a ciò che sarà domani sera. La paura dell'eliminazione, il burrone ad un passo, con un piede e mezzo che oramai sembravano essere irrimediabilmente dentro. Ed invece, l'Italia c'è ancora, graziata per certi versi dalla Germania, altresì dai cechi. Guai a sottovalutare gli azzurri, che paradossalmente, dalla pressione dell'essere favoriti, potrebbero essersi scrollati una scimmia dalle spalle non indifferente. Adesso, da underdog, l'Italia affronta la Spagna, consapevole dei propri limiti e delle proprie potenzialità, ma soprattutto conscia dell'aspetto fondamentale che non potrà mancare per provare la scalata all'Everest spagnolo: la grinta, lo spirito di sacrificio.

Al di là dell'aspetto mentale, Di Biagio dovrà necessariamente far fronte a due, importantissime, assenze, quelle di Conti e Berardi, che il ct spera di avere nuovamente a disposizione per la finalissima. I cambi sembrano naturalmente designati, con Calabria pronto a raccogliere l'eredità dell'atalantino e con Petagna in rampa di lancio per sostituire l'esterno del Sassuolo. La sensazione tuttavia è quella che il modulo dell'Italia non si scosterà di molto dal 4-4-2 compatto e quadrato visto contro la Germania. Accantonato il 4-3-3 che non fornisce garanzie dal punto di vista di coperture ed equilibrio, soprattutto difensivamente, che in una gara di questa importanza sono aspetti tutt'altro che secondari. 

Gli avanti - Chiesa manterrà il suo posto sulla destra, in mediana, così come Bernardeschi quello di seconda punta accanto a Petagna: il duo viola è uno dei motivi per cui sorridere e ben sperare in vista della sfida di domani; personalità e carisma, unite alla sfrontatezza del figlio d'arte, le qualità che i gigliati stanno fornendo all'Italia in questa manifestazione, con il talento di Carrara che, avvicinatosi alla porta nell'ultima gara è sembrato molto più nel vivo della manovra. Inoltre, l'utilizzo del bergamasco potrebbe garantire all'Italia quella fisicità che non è servita contro i tedeschi per mantenere palla e far salire la squadra, ma prevedendo una sfida di sacrificio e di sofferenza, le qualità del triestino potrebbero fare al caso degli azzurri. 

Le retrovie - In difesa, confermatissima la coppia di centrali formata da Caldara e Rugani, con Barreca sulla sinistra che avrà sì compiti di spinta in fase di impostazione e ripartenza, ma con un occhio ben saldo alla linea difensiva con Deulofeu pronto a colpire in quella zona. Dalla parte opposta come detto Calabria, al quale servirà necessariamente l'aiuto di Chiesa per fronteggiare le avanzate di Asensio e soci in quella zona di campo. A completare il quartetto di mediana, Gagliardini e Benassi centralmente, con Pellegrini leggermente spostato sulla sinistra.