Alla soglia di quarantanni bisogna fermarsi, guardarsi indietro e prendere decisioni che non hanno via di ritorno. Dopo aver vinto ogni cosa, in ogni squadra in cui ha giocato, Andrea Pirlo è pronto a dire basta manifestando una certa indecisione riguardo il suo futuro. Lo ha raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, gustando uno dei suoi vini: "Dove c’è la rotula non ho più la cartilagine. Quando è venuta la Juve in tournée a fine luglio, mi sono fatto vedere anche dal loro medico. Ma c’è poco da fare". Esordisce cosi l'ex centrocampista della Nazionale che a Dicembre smetterà col calcio giocato: "Ti rendi conto da solo che è arrivato il momento. Ogni giorno hai problemi fisici, non riesci più ad allenarti come vorresti perché hai sempre qualche acciacco. Alla mia età cista di dire basta. Non è che puoi andare avanti per forza fino ai 50. Farò qualcos'altro". 

Il futuro è un'incognita: "Non lo so ancora. Rientrerò in Italia già a dicembre. Il vice di Conte? Se ne dicono di cose. Ho delle idee, ma mi concedo tempo per decidere. Se penso ad allenare? Non è detto che siccome sei stato un buon giocatore puoi farlo. Devi essere predisposto e avere la prova del campo. Deve scattarti la scintilla. A me non è ancora scattata". Meglio la gavetta o l'inizio col botto? "Non c’è una strada giusta o sbagliata. Dipende dalle opportunità che ti offrono. Se ti chiama subito una prima squadra, è dura rifiutare. Ripeto: per ora non ho quell'intenzione. Dopo 25 anni di calcio starò a casa con la famiglia. Per tenermi in forma giocherò a golf e a tennis". 

Pirlo prosegue parlando della Nazionale: "Purtroppo venerdì piuttosto male. Era importante fare risultato e si palpava la tensione. Ne è uscita una gara confusionaria e con poche idee. Sicuramente sarebbe disastroso per il movimento non andare al Mondiale, che comunque è in ripresa, e peri giocatori, la cui ambizione massima è andare al Mondiale. Però ci sono i playoff, pur mancando la certezza aritmetica, e c’è speranza che le cose possano sistemarsi. Il calcio italiano non è malato. E’ vero che ci sono state due brutte uscite al Mondiale, ma nel mezzo abbiamo disputato due ottimi Europei con una finale e un buon piazzamento in Francia, dove con un po’ di fortuna in più si poteva andare fino in fondo. Capita di uscire come è accaduto in Sudafrica e in Brasile, anche se non è normale per un Paese come l’Italia. C’è un cambio generazionale in corso come hanno avuto pure Germania, Francia e la stessa Spagna. Poi arriva un periodo più prolifico e ricominci a vincere". 

L'ex Juve ha salutato l'Italia nel 2015 ma continua a seguire il campionato e i giovani che offre: "Oltre ai già maturi Insigne e Verratti, fra i top metto Belotti, Bernardeschi, Rugani, Caldara, Conti e Gagliardini. Avere dei nuovi Totti e Del Piero non sarà facile. Ci vorrà tempo, bisogna sperare che questi ragazzi pian piano si trasformino in campioni. Anche se un fuoriclasse lo riconosci già a 18 anni". E su Verratti: "Ha tante responsabilità, riflettori puntati sempre addosso, anche per la questione mercato di quest’estate con il Barcellona. Così alla prima partita sbagliata iniziano le critiche. Ma siamo in tanti ad aver sopportato faccende di questo tipo. Se mi somiglia? Giochiamo in ruoli simili con caratteristiche diverse".

In Azzurro Pirlo è stato allenato da molti allenatori, ognuno di loro gli ha lasciato qualcosa: "Sì, ne ho avuto tanti. Beh, la Nazionale di Lippi giocava bene. Quella di Prandelli faceva un buon calcio, discrete anche alcune partite di Donadoni. Quella di Conte era notevole". E sull'attuale allenatore del Chelsea aggiunge: "Impressionante la sua cura dei particolari. Riesce a darti comunque spiegazioni convincenti. Una sua lezione di 20’ al video vale tre giorni di allenamento: capisci subito al volo che cosa devi fare. Negli anni poi è migliorato, con questa voglia di vincere e fare tutto al massimo. Uno dei più bravi in assoluto". Capitolo VAR, tecnologia che negli Stati Uniti c'è già dai primi di agosto: "Qui funziona bene perché gli arbitri non sono proprio dei fenomeni. Forse in Serie A danno fastidio le pause, l’esperimento però è appena cominciato e ci vuole pazienza. Magari si può limitarla alle cose più eclatanti, ma aiuta a non sbagliare: è decisamente un passo in avanti".

Uno sguardo al campionato Italiano e sul duello tra Napoli e Juventus: "Il Napoli è quella che gioca meglio in Italia ed è fra le migliori in Europa. Vederla in campo è puro divertimento. La Juve è piena di bravi giocatori, vincerà il campionato e andrà lontano pure in Europa". E sull'Inter: "La sto osservando con interesse, farà bene. Spalletti mi piace, e anche i nerazzurri hanno bisogno di tempo per capire che cosa chiede. Per ora non entusiasma, ma fa risultato. Mica è fortuna. Non prendono gol, che in Italia è già molto, e prima o poi capita che uno lo segni. Mentre l’anno scorso uno lo subivano sempre. E poi Spalletti sa come sistemare in campo i suoi uomini e farli rigare dritto, e questa cosa è importante. Quando hai in mano lo spogliatoio, chi vuol giocare sa che deve meritarlo e quindi lavorare".

Per concludere l'ex Milan parla di Bonucci e delle sue difficoltà:  "E’ normale che per ora non renda come alla Juventus. Hanno iniziato da poco, gioca in una società diversa, con compagni e movimenti nuovi, cambiando modulo. Non possono aspettarsi che appena arrivato faccia assist e gol. E’ il miglior difensore d’Italia e uno dei più forti d’Europa, ma anche lui ha bisogno di tempo per ambientarsi".