Ci sono state gioie e dolori, esultanze e sofferenze, momenti positivi e altri non particolarmente brillanti. Il 2013 dell'Atalanta ha regalato a tratti anche grande tensione, però alla fine il risultato era quello atteso: la salvezza. Raccontare in poche parole l'anno che sta per passare non è semplice, c'è tutto un condensato di emozioni che è arduo rendere con le parole. Di certo si possono raccontare le vicende del campo, quelle che riescono a esemplificare nel modo migliore l'annata calcistica che i tifosi nerazzurri hanno vissuto come sempre con grande attaccamento alla loro squadra.

Gennaio: l'anno inizia in salita

Il 2013 si apre con la cessione di Peluso alla Juventus in prestito con diritto di riscatto che i bianconeri eserciteranno l’estate successiva. Il primo match dell’anno nuovo, l’ultimo del girone d’andata, vede i nerazzurri impegnati al Bentegodi contro il Chievo. Finisce 1-0 per i clivensi, gara che viene decisa da un gol di Cofie. La settimana che porta all’impegno successivo contro la Lazio viene caratterizzata da due nuovi acquisti: Giorgi, centrocampista esterno proveniente dal Palermo, e Canini, difensore centrale bergamasco che torna nella sua città dopo aver militato nel Cagliari. Il 10 gennaio l’allenatore Stefano Colantuono rinnova il suo contratto con l’Atalanta, legandosi ai colori nerazzurri fino al 2016. La partita che apre il girone di ritorno, disputata allo Stadio Olimpico, vede prevalere i biancocelesti 2-0. Sfida caratterizzata da un mani galeotto dell’ex Floccari che realizza il gol del vantaggio, mentre il raddoppio arriva su un’autorete di Brivio. Si punta sul primo match casalingo dell’anno per rilanciare la stagione, ma con il Cagliari le cose si complicano da subito per l’autorete di Canini. È Stendardo che nel secondo tempo realizza il gol del pareggio che evita una terza sconfitta consecutiva difficilmente digeribile. Il giorno successivo viene annunciato il ritorno di Igor Budan, attaccante croato che aveva vestito la maglia nerazzurra tra il 2003 e il 2005. Il weekend vede una nuova gara casalinga, stavolta contro un Milan in piena ripresa che vuole vendicare il ko dell’andata: i rossoneri riescono nell’intento, grazie al gol di El Shaarawy. Alla fine del primo mese dell’anno l’Atalanta è quattordicesima con un margine di 5 punti sulla zona retrocessione. La sessione di mercato si conclude con gli arrivi di ContiniDel Grosso dal Siena, oltre a Brienza dal Palermo. Saluta Bergamo invece Schelotto, ma al suo posto approda dall’Inter il promettente attaccante croato Livaja.

Febbraio: successo cruciale a Palermo

Vietato sbagliare nella partita di Palermo, con i rosanero di Gasperini in piena zona retrocessione. Il match del Barbera si decide nel secondo tempo: Carmona e Denis portano i nerazzurri sul 2-0, rendendo vano il successivo gol di Nélson. Un successo di cruciale importanza sulla strada che porta alla salvezza, rinforzato dal successivo impegno casalingo contro il Catania rivelazione bloccato sullo 0-0. Segue il ko 2-1 in casa del Torino, una prova opaca da parte dei nerazzurri che con il rigore di Denis (al nono gol in campionato) avevano risposto al vantaggio di Cerci. Il pareggio sarebbe stato un buon risultato, ma Birsa nel finale realizza il gol decisivo che regala i tre punti ai granata. L’ultima gara del mese mette di fronte i nerazzurri alla Roma: si gioca in un Comunale imbiancato dalla neve. Livaja segna il suo primo gol con la maglia dell’Atalanta, ma Marquinho e Pjanic firmano il sorpasso: prima dell’intervallo è il croato a fissare il risultato sul 2-2. Ad aggiudicarsi l’intera posta in palio sono però i giallorossi di Andreazzoli grazie alla marcatura del greco Torosidis.

Marzo: scontri diretti ancora favorevoli

Il mese di Marzo prevede due gare di cruciale importanza per la salvezza. La prima di queste si disputa a Siena, dove i nerazzurri sfoderano una delle loro migliori prove nell’abbattere i bianconeri 2-0: uomo del match è Bonaventura, autore della doppietta decisiva. A un mese dalla vittoria del Barbera, altri tre punti davvero pesanti che vanno sommati a quelli ottenuti sette giorni più tardi contro il Pescara fanalino di coda. Abruzzesi in vantaggio con un gran gol di D’Agostino, ma è Denis a regalare la seconda vittoria consecutiva a Colantuono. L’Atalanta conferma la sua crescita al San Paolo contro il Napoli: pur subendo le sfuriate degli azzurri secondi in classifica, l’Atalanta non esce affatto ridimensionata dal 3-2 in favore degli avversari. Decisivo Cavani nel realizzare la doppietta che regala il vantaggio ai campani alla fine del primo tempo, in mezzo il provvisorio pareggio nerazzurro ottenuto per mezzo dell’autorete di Cannavaro. Il dodicesimo gol in campionato di Denis gela il San Paolo, ma è Pandev a regalare il successo agli uomini di Mazzarri. La vigilia di Pasqua l’Atalanta sceglie di non correre rischi e nella partita contro la Sampdoria si accontenta dello 0-0.

Aprile: la scomparsa di Ruggeri e l'impresa di San Siro

Il 6 aprile, alla vigilia della trasferta di Milano contro l’Inter, viene a mancare l’ex presidente atalantino Ivan Ruggeri che versava in stato vegetativo da più di cinque anni. La sua memoria viene onorata in modo davvero memorabile con una vittoria storica nel derby a tinte nerazzurre. Una partita sbloccata sul finale del primo tempo da Rocchi e che le due reti di Alvarez sembravano aver chiuso dopo il momentaneo pareggio di Bonaventura. Invece l’Atalanta compie un miracolo che smentisce le leggi del calcio, pur con qualche episodio a favore: è Denis l’eroe di serata, la sua tripletta in dodici minuti vale un 4-3 davvero clamoroso che però sarà l’ultimo successo del campionato. Dopo una battuta d’arresto in casa contro la Fiorentina (rigore di Pizarro e gol di Larrondo), gli orobici si avvicinano alla salvezza con il doppio 1-1 di Marassi sponda Genoa (Del Grosso risponde aFloro Flores) e Bologna (vantaggio di Giorgi, pari di Gilardino).

Maggio: nessuna vittoria ma obiettivo raggiunto

L’Atalanta potrebbe chiudere la questione salvezza facendo risultato a Parma, dove invece perde 2-0 con i gol di Parolo e Biabiany. In settimana a Bergamo arriva la Juventus, fresca di riconferma sul trono d’Italia, e per ottenere la matematica certezza della permanenza in Serie A basta ripetere lo stesso risultato del Palermo, impegnato in contemporanea a Udine. La Juve vince 1-0 con gol di Matri una partita che è stata interrotta nel corso della prima frazione per scontri tra le due tifoserie. Al Barbera l’Udinese vince 3-2, dunque l’Atalanta è matematicamente salva. Proprio i friulani sono gli avversari della penultima giornata: De Luca porta in vantaggio i nerazzurri, ma la doppietta di Di Natale ribalta il risultato e avvicina i suoi alla qualificazione in Europa League. Il 18 maggio si  gioca l’ultima partita di campionato tra Atalanta e Chievo. I nerazzurri scendono in campo con una divisa commemorativa per il cinquantesimo avversario della Coppa Italia conquistata nel 1963. L’attaccante francese Théréau nega all’Atalanta la gioia di chiudere il torneo con una vittoria, annullando prima il gol di Stendardo e poi quello di Giorgi.

Agosto: esordio amaro a Trieste

L’Atalanta si presenta alle porte della stagione 2013/2014 con l’obiettivo dichiarato di confermare la stagione precedente. Per la prima volta dopo due stagioni, i nerazzurri sono ai nastri di partenza senza penalizzazioni in classifica. Il calciomercato estivo non regala colpi di particolare importanza, anche se ritorna in maglia nerazzurra Migliaccio e vengono acquistati il difensore colombiano ex Milan Yepes, oltre al promettente terzino destro rumeno Nica. Viene inoltre riscattato il cartellino di Baselli, centrocampista autore di ottime stagioni in Serie B con la maglia del Cittadella. Sul fronte cessioni partono Radovanovic e Ardemagni (entrambi al Chievo), Gabbiadini (passato interamente alla Juventus che lo girerà poi alla Sampdoria) e Capelli (prestato al Cesena per recuperare dai gravi infortuni). Passato il turno in Coppa Italia contro il Bari, liquidato 3-0 a Bergamo, l’esordio in campionato non è altrettanto positivo: a Trieste il Cagliari vince 2-1 con le reti di Nainngolan e Cabrera, di Stendardo il provvisorio pareggio.

Settembre: tre ko di fila prima della ripresa

La prima vittoria in campionato arriva nell’esordio casalingo contro il Torino, battuto dai gol dei difensori Stendardo e Lucchini. La successiva gara a Napoli si preannuncia molto dura, ma contro l’ambiziosa squadra di Benitez i nerazzurri mantengono il controllo per oltre un’ora, prima che i gol di Higuain e Callejon regalino il successo agli azzurri. Non va meglio la settimana successiva, quando la Fiorentina espugna per la seconda volta nell’anno l’Azzurri d’Italia: Mati Fernandez e Rossi condannano la Dea al primo stop casalingo della stagione. Il riscatto dovrebbe arrivare nell’imminente turno infrasettimanale, dove invece l’Atalanta perde 4-3 sul campo del Parma. Partita strana quella del Tardini, dove Bonaventura risponde a Mesbah prima che in dodici minuti i ducali segnino altri 3 gol (doppietta di Parolo e gol di Rosi). Denis tiene vive le speranze e Livaja riapre il match a dieci dal termine. La situazione rischia di sfuggire di mano, ma Colantuono è bravo nel mantenere la barca dritta e contro l’Udinese arriva finalmente una prestazione convincente: 2-0 firmato da Denis.

Ottobre: grandi prove contro Lazio e Inter

Sulla scia del successo sui friulani, l’Atalanta stabilisce la migliore striscia del 2013 con tre vittorie consecutive. Il 5 ottobre viene sfatato il tabù del Bentegodi, dove mai i nerazzurri avevano battuto il Chievo: il gol di Moralez e tanta sofferenza valgono tre punti davvero importanti. Otto giorni dopo a Bergamo arriva la Lazio e l’Atalanta sfodera un’altra grande performance vincendo 2-1: Cigarini sblocca con una gran conclusione da fuori area, Perea pareggia e Denis colpisce in contropiede. Poteva avere esito positivo anche la trasferta in casa della Sampdoria, dove invece il gol di Mustafi condanna i nerazzurri a una sconfitta: gara condizionata dall’espulsione di Nica, dopo un primo tempo balbettante dei blucerchiati. Nel turno infrasettimanale che chiude il mese arriva l’Inter, impaurita dopo aver perso le ultime partite contro i bergamaschi. Alvarez segna il terzo gol in due partite agli orobici, ma Denis pareggia il match con uno stacco imperioso di testa: è il primo pareggio in campionato per l’Atalanta.

Novembre: inizia il declino in trasferta

Mese di novembre breve per il campionato italiano, si giocano appena tre partite. Due di esse per l’Atalanta sono in trasferta ed entrambe terminano con lo stesso risultato, la sconfitta. A Livorno i nerazzurri subiscono la maggiore verve degli amaranto e cedono su un gol segnato in avvio di gara da Paulinho. L’Atalanta si conferma forte tra le mura amiche, dove sette giorni dopo punisce il Bologna: match risolto però all’ultimo respiro con il gol di Livaja, dopo che l’ex Bianchi (in odore di passare in nerazzurro in estate) aveva recuperato il vantaggio iniziale di Brivio. Dopo la sosta per le amichevoli internazionali si torna in campo il 24 a Reggio Emilia contro la matricola Sassuolo, reduce da un clamoroso pareggio sul campo della Roma capolista. In terra emiliana ci si mette di mezzo anche la sfortuna: Colantuono costretto a effettuare due cambi in meno di trenta minuti di gioco e Sassuolo che colpisce nel secondo tempo (gol di Zaza e Berardi). La vendetta sarà servita dieci giorni più tardi con la vittoria nerazzurra nel quarto turno di Coppa Italia.

Dicembre: tanta emergenza e pochi risultati

Primo giorno del mese con in cartello una partita molto sentita, quella contro la Roma, ancora di più per l’episodio del carro armato che in estate alla festa della Dea aveva schiacciato un auto colorata di giallorosso. A cominciare da questa partita prende il via una vera e propria moria di difensori che caratterizzerà quest’ultima parte dell’anno. L’Atalanta tiene testa alla squadra di Rudi Garcia, colpendo poi nel secondo tempo con una punizione di Brivio che beffa De Sanctis. I nerazzurri assaporano un successo di prestigio, ma cedono nel finale con il pareggio firmato da Strootman dopo che l’arbitro Damato aveva negato un rigore solare ai capitolini. Ancora più beffarda la gara successiva contro il neopromosso Verona: gli orobici sperano in un nuovo successo al Bentegodi dopo quello ai danni del Chievo, l’ultimo peraltro in trasferta. Denis segna sul finire del primo tempo quello che con ogni probabilità è il gol più bello del 2013 atalantino: lancio di Kone, il Tanque salta Gonzalez e con un pallonetto morbido batte Rafael. La partita sembra in pugno, ma in pochi minuti cambia tutto: Gomez pareggia di testa su calcio d’angolo e Cazzola viene espulso per fallo da ultimo uomo (permane il dubbio se il contatto irregolare sia avvenuto dentro o fuori area), con Jorginho che trasforma dagli undici metri. La malasorte non si placa e Colantuono si deve inventare la difesa anche per la partita contro il Genoa: a Marassi sembra concretizzarsi l’ennesimo stop, dopo il gol di Bertolacci, ma in extremis arriva il pareggio di De Luca che vale l’ultimo punto conquistato nel 2013. A chiudere l’anno è la partita casalinga contro la Juventus: nerazzurri che tengono in scacco i campioni d’Italia per un tempo (gol di Moralez in risposta al vantaggio di Tevez), ma nella ripresa i bianconeri dilagano con le reti di Pogba, Llorente e Vidal. Si chiude nel modo più amaro un 2013 nel complesso positivo che si appresta a lasciare spazio a un 2014 dove sicuramente l’asticella si alzerà ancora, ma in cui i nerazzurri vogliono continuare a essere protagonisti in Serie A.