Finisce 0-0 il primo anticipo della ventunesima giornata del campionato di calcio di Serie A, che al Matusa di Frosinone vedeva impegnate la compagine ciociara di Stellone e l'Atalanta di Edoardo Reja. Un punto che fa sicuramente più comodo agli ospiti, che senza particolari velleità di classifica, ottengono un punto utile per attestarsi nella pancia della graduatoria. Situazione invece molto più precaria per i padroni di casa, che creano pochissimo (sfiorando il gol solo con Dionisi a metà primo tempo) e che salgono a quota sedici, portandosi a cinque lunghezze dal Palermo e sei dal Genoa, ma sempre nelle sabbie mobili della zona retrocessione. 

Reja conferma il 3-5-2 visto contro l'Inter, con Raimondi che prende il posto di Conti sulla destra. Non ci sono Grassi e Cigarini, c'è Migliaccio con Kurtic a protezione di De Roon. Gomez, con Monachello, di punta. Stellone non modifica il 4-3-3, ma preferisce Paganini a Kragl e Soddimo, che entreranno a gara in corso. Gori nel cerchio di centrocampo, con bomber Sammarco al suo fianco. Leali vince il ballottaggio tra i pali. 

Gara che si gioca su ritmi soporiferi sin dall'inizio, dove la fase di studio si amalgamerà ben presto con l'andazzo che prenderà il resto della partita. Nei primi minuti è l'Atalanta di Reja, imbufalito a bordo campo, a sembrare meglio messa in campo e maggiormente propositiva: Kurtic ci prova con la scorribanda sulla sinistra, senza trovare Monachello al centro dell'area ben appostato; il centravanti dell'Under 21 di Di Biagio ci prova dalla distanza, ma il suo mancino è impreciso. Il Frosinone non si scuote, con la paura di perdere che impedisce di fare gioco ed esporsi, attanagliando la mente dei giovani ragazzi di Stellone. Gli ospiti, invece, propongono le proprie offensive cercando sugli esterni Raimondi e Dramè: da uno dei cross che ne scaturiscono, è Kurtic a provare la rovesciata vincente, che sfiora il palo di un soffio (giocata per distacco migliore del match). Da una prodezza ad un'altra: stavolta è Monachello, sugli sviluppi di una serie di rimpalli in area, a girare di volo, provando i riflessi di un attento Leali. La squadra ciociara si scioglie col passare dei minuti e sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti, è Dionisi ad avere l'occasione più ghiotta, sfruttando però non al meglio un involontario assist di Ajeti. Sulle folate bergamasche, senza profitto, si chiude la prima frazione, ben più movimentata (ed è tutto dire) della ripresa. 

I secondi quarantacinque minuti offrono davvero pochissimi spunti di nota, con le due squadre che lasciano negli spogliatoi la voglia di vincere e portare a casa i tre punti. Giustificabile, in parte, l'atteggiamento dell'Atalanta, che però, libera dalle pressioni del caso, gioca con maggiore fluidità, seppur senza creare nitidissime palle gol. Kurtic spinge, De Roon prova ad inventare, ma Monachello e Gomez, fatta eccezione per qualche sporadica invenzione, non trovano mai il guizzo giusto per impensierire Leali (un solo tiro nello specchio, controllato con facilità). Il Frosinone, dal suo canto, fa enorme fatica contro l'organizzazione bergamasca: l'impostazione della manovra è farraginosa e l'attacco non punge (nessun tiro nello specchio nella ripresa). Più calci che calcio nel finale, con l'Atalanta che prova a spingere sugli esterni con la spinta del giovane e fresco Conti e di un pimpante Denis. I ciociari si accontentano, dopo aver subito 33 gol nelle ultime 10 gare, di non subire gol e non perdere l'ennesima partita: soddisfazione, parziale, di uno scialbo pomeriggio.