Le emozioni che si sono provate Domenica all'Atleti Azzurri d'Italia sono state per forza di cose forti. Gianpaolo Bellini ha giocato la sua ultima partita con la maglia dell'Atalanta di fronte al pubblico di Bergamo, trovando anche un gol decisivo per scrivere il risultato finale di parità contro l'Udinese di De Canio.

Il momento più emozionante è stato sicuramente quello del rigore: "Non ricordo di preciso che cosa ho detto a Diamanti, ma sicuramente gli ho chiesto se era sicuro. La verità è che non era in programma di calciare un eventuale rigore. La mattina prima della partita ho parlato con Reja e gli ho detto: “Mister, non facciamo cavolate: tutti dicono “lo tira Bellini”, ma che lo tiri chi deve, non facciamoci prendere in giro da tutti”. Quando Rizzoli ha fischiato, ho visto i compagni che andavano a prendere la palla e ho pensato che tutto stava procedendo per il meglio, come avrebbe dovuto essere in una partita normale. Poi la Curva ha iniziato a cantare il mio nome, Diamanti si è girato verso di me e ho capito tutto. Ho preso quel pallone con grande voglia, sono contento di aver segnato e ho ripensato subito a quello che avevo dichiarato ad inizio stagione: sognavo di fare un gol sotto la Curva prima di smettere. È successo nel giorno più bello ed è servito per pareggiare: non avrei potuto chiedere nulla di meglio per l’ultima partita a Bergamo davanti ai nostri tifosi."

Il saluto della curva dell'Atalanta a Bellini, gazzetta.it
Il saluto della curva dell'Atalanta a Bellini, gazzetta.it

Il futuro, però, sarà ancora legato all'Atalanta, la sua famiglia sportiva per tutta una carriera: "Adesso sono uscito di scena, dal campo almeno. Rimarrò nella famiglia Atalanta e spero di poter dare ancora una mano ma, indipendentemente da tutto, il mio rapporto con questa maglia e con questa società resterà indissolubile. Non so ancora cosa farò, so bene che il presidente aspetta una mia proposta ma sinceramente sono confuso. Mi sono sempre dedicato al campo, quindi non ho delle competenze specifiche che mi permettano ora di fare qualcosa di chiaro e definito. Sono sempre stato un calciatore, adesso è il momento di fare altro e voglio valutarlo con serenità perché sono conscio che sarà fondamentale imparare e studiare. Mi piacerebbe avere il tempo di farlo, non vorrei avere subito un ruolo importante perché voglio partire dal basso, imparare e costruirmi una competenza per il futuro."