A sorpresa, Giampiero Ventura ha pensato a lui per sostituire l’infortunato Claudio Marchisio. Anche il suo tecnico di club, Giampiero Gasperini, non si aspettava che un giocatore con sole 9 presenze in Serie A potesse entrare a far parte della selezione azzurra. Eppure Roberto Gagliardini, centrocampista nato a Bergamo il 7 aprile 1994, la convocazione l’ha conquistata sul campo, grazie anche al momento d’oro che sta vivendo l’Atalanta, squadra in cui è cresciuto e che ha sempre tifato: “Da piccolo ho sempre tifato solo Atalanta. Ricordo un gol su punizione di Marcolini visto dalla tribuna, poi RusticoFoglio... Mio papà è marchigiano, mia mamma siciliana. Però sì, mi sento un bergamasco vero. Si dice che siamo lavoratori e a me in effetti piace arrivare 40 minuti prima all’allenamento o fermarmi dopo in palestra".

Sui metodi di lavoro di Gasperini: "In allenamento ci distrugge ma va benissimo. Con me ha avuto un gran coraggio. Ricordo un allenamento prima di Atalanta-Napoli, mi ha dato la casacca dei titolari e ho pensato “Oh, vuoi vedere che...”. Lo ha fatto veramente".

Il duro lavoro lo ha portato fino a Coverciano: "C'erano più possibilità che vincesse Trump, sicuro. Per voi c'erano meno possibilità che il Leicester vincesse la Premier League. Per me no. Io ci ho sempre creduto, la Nazionale era il mio obiettivo. Esperienza positiva, anche oltre le previsioni. Ho giocato con persone che tempo fa vedevo solo in “tele” . Lo spogliatoio però è... normale. Insigne e Verratti scherzano, altri sono silenziosi ma va così in tutte le squadre. I leader? Buffon, Bonucci sicuramente. Loro due e De Rossi hanno sicuramente carisma ma in generale capisci perché tutti sono diventati campioni: hanno sempre la parola giusta e gli scherzi diminuiscono quando si avvicina la partita".

Delle sue caratteristiche dice: "Se sono lento? Falso! Me lo dicono ma io non ho mai visto un giocatore di 1.90 veloce. L’importante è velocizzare la giocata. Pirlo non era veloce ma la palla andava. Quando non abbiamo la palla, il mister chiede soprattutto di aggredire e raddoppiare sulle punte. In attacco, semplificando, la prima cosa è verticalizzare per gli attaccanti. Mi sono sempre sentito mezzala, ma con lui gioco bene anche nel centrocampo a due".

Con le dovute proporzioni, ricorda un altro centrocampista, passato dalla Serie A ed ora in Premier League: "Pogba è il più impressionante che abbia mai visto. Ricordo un duello sulla fascia con Baselli, ha allargato un braccio e Base è volato via. Pogba è fortissimo, troppo più forte, però mi rivedo in lui”.

Oltre a Roberto, la Dea sta mettendo in mostra altri gioiellini cresciuti a Zingonia: "Io, Conti e Caldara siamo cresciuti insieme. Caldara è il più serio, il più professionista, preferisce i libri ai videogiochi. Conti è un po’ testa matta ma nel senso buono. A volte si arrabbia, ma poi gli passa. Grassi... che si può dire? Grassi è il più imprevedibile. Insieme però stiamo bene. Se volete difetti, su di me dicono che parlo in fretta e soprattutto mi dimentico tutto. Una volta, da piccoli, io e mio fratello siamo andati al campo ma abbiamo dimenticato la borsa a casa. Tutti e due!".

Domenica c’è la Roma all’Atleti Azzurri d’Italia: “Una partita sentita e molto importante, lo stadio sarà una bolgia, io sono già carico“.

Fonte La Gazzetta dello Sport