Domenica, alle ore 15, San Siro sarà teatro di un match definibile, in controtendenza rispetto alle abitudini, come big. Se fino all'anno scorso l'Inter era una squadra che cercava di uscire dal guscio della crisi e l'Atalanta una buona compagine da salvezza tranquilla, quest'anno qualcosa è cambiato. Gli orobici, sotto la gestione di Gian Piero Gasperini, hanno impennato, hanno preso il volo, ma sono attesi da una prova del nove di un certo rilievo, così come gli uomini di Pioli, i quali per ora hanno toppato tutti i big match.

Tra gli uomini più attesi della sfida ci sono Gagliardini, il grande ex, e ovviamente il tecnico dei bergamaschi, che, nel 2011, visse sulla panchina delle beneamata tre mesi piuttosto d'inferno. "Chi è felice non cerca vendette. Io all’Atalanta sono felice", afferma però oggi Gasperini, in un'intervista esclusiva concessa alla Gazzetta dello Sport, sottolineando però quanto per lui quell’esperienza fu durissima. "Critiche offensive, violente. Quello che avevo fatto prima non contava più. Non avevo mai fatto un’amichevole con la squadra al completo e mi concessero solo 3 partite di campionato. Tre. Ho dovuto ricostruire da capo la mia credibilità. Ci sono riuscito al Genoa che ho portato in Europa". Poi, la vendetta: per arrivare in Europa si palesò la partita chiave con l’Inter, uno spareggio: gol decisivo di Kucka a due minuti dal termine. E piccola soddisfazione.

"Ho sbagliato io ad andare in una società che non mi ha voluto con forza, che non mi considerava e che di conseguenza non poteva proteggermi", ammette poi l'allenatore nativo di Grugliasco, che ora si coccola i suoi gioielli dell'Atalanta, così come la dirigenza si coccola lui: "Abbiamo già cominciato a parlare di rinnovo. Da una parte c’è stima e fiducia, dall’altra gratitudine. Dopo l’esperienza all’Inter, la mia prima regola è: vado solo dove sto bene e dove sono considerato. Non so se esiste un posto migliore di Bergamo ora. Le basi sono solide".

Basi solide, come quelle che gli orobici stanno ponendo in questa stagione, partita dopo partita, imparando anche dal passo falso compiuto a Torino, allo Juventus Stadium, quando rimediarono una sconfitta abbastanza rovinosa per 3-1. "Siamo tornati allo Stadium in Coppa Italia e abbiamo fatto bene. Abbiamo battuto il Napoli al San Paolo. Stiamo seguendo un percorso di maturazione. Di sicuro San Siro sarà un altro esame". Poi, il monito: "Questa stagione non deve restare un episodio isolato da ricordare, ma il primo passo in un percorso di crescita di tutto il club".

Capitolo finale per uno dei suoi diamanti sgrezzati, ovvero Roberto Gagliardini, lanciato proprio da Gasp e domani da avversario e imprescindibile in una squadra che aspira ad essere una top: "Lo notai al Cesena, ma faceva una fase sola, non difendeva, si compiaceva un po’ troppo da trequartista. Ma quest’estate ho imposto il veto: non parte, anche se abbiamo tanti centrocampisti. A Cagliari capii che era pronto".