Mirante e Donadoni si sono ritrovati a Bologna dopo un'esperienza difficile sotto molti punti di vista a Parma. Anche con i rossoblu l'obiettivo è la salvezza, ma dall' arrivo dell' ex centrocampista del Milan sulla panchina bolognese le cose sono migliorate.

Mirante lo conferma alla Gazzetta dello Sport: "Con Donadoni abbiamo invertito la rotta, ha portato tranquillità in un ambiente depresso. Già con Delio Rossi avevamo fatto buone partite, condannati però dai risultati. Ci hanno dato slancio le partite con Roma e Napoli, speriamo il Milan sia la terza big da mettere sotto." Nei rossoneri soprattutto c'è un giocatore che dovrà essere tenuto sotto stretta sorveglianza: "Occhio a Bonaventura, capace di fare la differenza da solo. Servirà il miglior Bologna. Loro non sono in crisi, altroché, siamo noi a doverci riscattare dal k.o. con l’Empoli: partiamo pensando di non essere la vittima sacrificale, ma di andare a far punti."

Oltre a Bonaventura, Mirante conosce bene anche un' altro giocatore di Sinisa Mihajlovic. Il più giovane, una delle sorprese della stagione, Gigio Donnarumma"Abbiamo frequentato la stessa scuola calcio, il Club Napoli, abbiamo avuto lo stesso preparatore, Ernesto Ferraro, che ci ha visto e cresciuto da ragazzini. Gigio l’ho conosciuto che aveva appena 13 anni, lui si stava allenando, io ero in visita. L’ho visto e ho pensato fosse un predestinato. Oggi confermo: il Milan ha un tesoro nella mani e lui ha davanti un futuro grandioso, la serenità con cui veste una maglia così pesante fa impressione, prima ancora del fisico e della tecnica. Per la nostra terra, una fucina di portieri, è un nuovo orgoglio: Iezzo, io, i fratelli Donnarumma. Le nostre famiglie abitano vicino, noi abbiamo frequentato le stesse persone: è curioso che ora ci si affronti da avversari."

Il futuro sembra essere nelle mani di Donnarumma, mentre nel passato di Mirante ci sono anche un'esperienza alla Juventus e l'ultima, come detto, nel Parma: "Alla Juventus volevo giocare e davanti avevo Buffon. Nell’anno della Serie B sono tornato e giocato anche qualche partita ma per un portiere la continuità è fondamentale. Oggi punto all’Europeo: sono stato in Brasile da riserva, ora voglio entrare nel gruppo vero. Per il resto, ragiono sul presente e non faccio bilanci di carriera, mi ritengo semmai fortunato a essere in una società così solida e organizzata. Parma? E' l’immagine di una delusione incancellabile, specie per chi come me era lì da tanti anni. Eravamo impotenti, la scelta di giocare era per portare avanti la speranza, per provare a invogliare qualcuno a intervenire."