Un progetto ambizioso divenuto quasi realtà in netto ritardo sulla tabella di marcia. Potremmo definire così questo campionato del Bologna, squadra che in estate ha costruito una rosa di ottimo livello per ambire magari a qualcosa più di una semplice salvezza, ma faticando all'inizio con Delio Rossi in panchina prima della svolta positiva innescata dal cambio di tecnico. Roberto Donadoni, in 15 gare, ha collezionato 27 punti. Dalla decima giornata in poi nessuno, escluse le due di testa, ha fatto meglio dei rossoblù. 

Il beneficio maggiore dal cambio in panchina lo ha senza dubbio tratto Mattia Destro, punta di diamante del mercato estivo, che ha finora realizzato 8 gol in stagione. La sua svolta positiva è evidente anche solo dai numeri.

Iniziamo dal numero di reti, come detto 8 in 23 presenze. Un numero buono ma non all'altezza di Destro. Eppure, se restringiamo il campo solo alle reti segnate con Donadoni in panchina diventano... 8 in 13 presenze, con una media realizzativa di un gol ogni 145 minuti. Tra le prime punte, se escludiamo Higuain e restiamo a ragionare tra gli umani, Bacca realizza un gol ogni 158 minuti, Eder uno ogni 137 (anche se hanno influito molto sull'italo-brasiliano le prime giornate), Icardi ne segna uno ogni 175 minuti. Certo, abbiamo ristretto il periodo considerato per Destro e non per gli altri, ma questi numeri possono rendere bene l'idea di quanto buono sia il lavoro di Donadoni.

Oltre ai numeri, è anche l'atteggiamento che è cambiato, in generale della squadra, ma anche dell'attaccante. A inizio stagione sacrificarsi era considerato opzionale, raramente andava in pressing sul portatore di palla avversario e difficilmente si trovava nella posizione giusta. Non cercava neanche più le giocate, i colpi. L'allenatore cisanese non ha affatto cambiato le caratteristiche o il ruolo, ma è riuscito a fargli ritrovare la fiducia, così come a tutta la rosa. E alla prima con lui in panchina, Destro è andato in rete. Da lì il resto è quasi storia.

Ovviamente l'ottimo rendimento comincia anche a catalizzare attenzioni, non solo da parte dei vari scout delle grandi (anche se il Bologna studia da grande e ha i soldi per aspirare a diventarlo), ma anche da parte dello staff di Antonio Conte. Avevamo parlato di Giaccherini settimana scorsa, della sua voglia di rivalsa e di azzurro: perchè anche Destro non può ambire a un posto a Coverciano? Specialmente in questo momento buio per tanti attaccanti italiani: solo Immobile e Zaza, quando gioca, stanno rendendo al loro livello tra coloro che sono nel giro, oltre al solito Insigne (che ci auspichiamo tutti di vedere in Francia).

Certo, Conte ha già fatto capire che lui sta lavorando con un gruppo e forse non cambierà troppo ma solo marginalmente qualche nome, ma perchè non Destro? Soprattutto dovesse continuare così. Minuti ne gioca (tanti), gol ne fa... Mattia spera, Donadoni anche. E Bologna, forse, può sognare.