Roberto Donadoni vede la sua creatura crescere giorno dopo giorno: il grande Bologna (28 punti in 16 partite col tecnico cisanese in panchina) pareggia e blocca la Juventus, reduce da 15 vittorie consecutive. Un risultato non casuale, spiegato ai microfoni di Sky Sport nel post: "Sono felice per i ragazzi, hanno fatto tutto quello che dovevano fare con grande spirito collaborativo e tanta volontà. Ho visto una squadra con una mentalità da grande. Anche nei cambi effettuati il segnale serviva per far comprendere ai ragazzi che non soffrivamo, che non c’era la necessità di mettere giocatori difensivi. Questa mentalità fa acquisire consapevolezza e forza alla squadra".

La grande prova difensiva ha di fatto controbilanciato un attacco che forse poteva creare qualche occasione in contropiede: "Sicuramente si poteva fare di più in attacco, è l'ulteriore salto di qualità che dobbiamo fare, dobbiamo non farci prendere dalla frenesia chiudendo troppo presto l’azione offensiva. Siamo ancora troppo imprecisi, ci lavoreremo. In fase difensiva però siamo stati molto bravi, non dovevamo aprire troppo gli spazi tra le due linee di difesa e centrocampo e credo sia stata la chiave per portare a casa quest’ottimo risultato".

Il risultato è la testimonianza della crescita di un progetto che giorno dopo giorno diventa sempre più forte, merito soprattutto del tecnico: "Credo che ci sia un desiderio di diventare una grandissima squadra, di tornare ai vecchi fasti. Magari è eccessivo pensare al quarto posto l’anno prossimo. Credo serva una crescita graduale senza salti troppo lunghi. Con calma e intelligenza però possiamo crescere di anno in anno, cercando di raggiungere le vette di un tempo".

E soprattutto ai piani alti le idee sono chiare. Così Donadoni parla di Joey Saputo, il presidente oggi presente allo stadio, arrivato direttamente da Montreal: "Il Presidente è una persona discreta, che non ama spendere parole superflue e rispetta il ruolo dell'allenatore. Questa sera a fine partita mi ha chiesto il permesso per andare a salutare i ragazzi. Gli ho risposto che se me lo avesse richiesto mi sarei offeso...".