Dopo cinque giornate di campionato, il Chievo Verona si diverte a fare l'intruso ai piani alti della classifica e si maschera da grande. Tre vittorie, un pareggio ed una sconfitta significano quarto posto in classifica, a pari punti con Inter e Roma, dietro solo a Juve e Napoli. Dopo il prestigioso nono posto in classifica della scorsa stagione, l’architetto Rolando Maran continua a costruirsi la salvezza con meticolosità, lavoro ed organizzazione. La vittoria contro il Sassuolo, nel "derby" tra le "grandi piccole", lancia i veronesi a quota 10 punti, bottino equivalente ad 1/4 di salvezza: anche se il campionato è ancora lunghissimo, di questo passo si può sognare in grande. Questo Chievo, sintesi perfetta del pragmatismo calcistico italiano, non vive la propria vita come fosse un’opera d’arte, vive ed opera: basta. L’opera (che in latino significa lavoro) del Chievo è il lavoro medesimo. L’estetismo non fa per questa squadra: non ci si crogiola nel bel calcio, ma nel calcio efficace. Maran, abilissimo nel fare di necessità virtù, lo sa bene. Per questo ha creato una squadra a cui interessa prima di tutto non subire, poi semmai offendere. 



Maran lavora settimanalmente su questo principio base, sulla legge non scritta del calcio: il miglior attacco è la miglior difesa. Il suo Chievo è una squadra super organizzata, compatta difensivamente ed attenta a coprire gli spazi con i centrocampisti, tutti disposti al sacrificio. Gli attaccanti sono i primi difensori, i primi a cui Maran chiede di pressare sul portatore di palla. Meggiorini, Inglese, Pellissier e Floso Flores non hanno ancora mai segnato in questo campionato: dato che non deve stupire. Il loro compito primario, nel concetto di Chievo, non è segnare, ma aiutare il collettivo a segnare. Se poi va in rete Birsa o Cacciatore poco importa, si sposa un concetto di calcio a 360°, dove tutti vengono coinvolti, nessuno escluso. Il Chievo, infatti, non possiede in rosa un fantasista, un esteta del calcio: stonerebbe in un contesto del genere. L’unico forse è Birsa, ma l’ex Milan è riuscito ad integrarsi a meraviglia, risultando determinante soprattutto dai calci piazzati. 



I marcatori del Chievo in queste prime cinque giornate sono stati tutti centrocampisti e difensori. Il gol più esemplificativo è quello segnato dal terzino destro Cacciatore al 95’ contro l'Udinese. In collaborazione con Gobbi (terzino sinistro), Castro si inserisce sulla fascia, il suo cross pesca il terzino destro dalla parte opposta che mette in rete. Perché oltre all'organizzazione difensiva, di questo Chievo (solo 4 gol subiti sinora) va aggiunto un altro concetto base: la coesione. Rolando Maran ha costruito prima di tutto un gruppo, questo è fondamentale. Se Cacciatore si fa 80 metri per seguire l’ultima azione della partita vuol dire che l’allenatore è riuscito a trasferire una certa mentalità ai suoi giocatori. Le forti motivazioni dei singoli derivano dalla coesione tra giocatori e tra giocatori e tecnico. Ma il Chievo è anche coeso in campo, ossia ben disposto: i reparti sono serrati ed organizzati come le falangi oplitiche della Roma di Tullio, verrebbe da dire. Un tutt’uno che opera, lavora: insieme. Poi (e solo poi) in attacco si sfruttano le occasioni che l’andamento del match concede. Molta attenzione sui calci piazzati, altrettanta nel praticare un calcio semplice. Sempre improntato alla difesa.