Tra Pellissier e Meggiorini nella stagione del Chievo è spuntato Roberto Inglese come sorpresa dell'attacco gialloblu. La squadra di Maran ha di fatto già conquistato l'ennesima salvezza della propria storia ormai ultra decennale in Serie A e da qui in avanti potrà giocare libera di testa. Per Inglese magari potrebbe esserci l'obiettivo di arrivare a 10 reti stagionali visto che fino a questo momento è a quota 9.

In un'intervista alla Gazzetta dello Sport l'attaccante ha parlato della sua annata e di quella del Chievo di Maran: "Siamo una squadra solida. Prepariamo molto bene la partita e studiamo i punti deboli dell’avversario. Dell’Empoli sapevamo che gioca in verticale e abbiamo chiuso tutte le linee di passaggio. Il mio numero? Non c'entra Balotelli, l’ho scelto perché 4+5 fa 9. Due anni fa dovevo andare in prestito e il numero non mi interessava. Pellissier è la mia guida: prima dell’Empoli, mi aveva detto: 'Quando arriva un cross, non è essenziale la forza, ma l’impatto col pallone e il tempo”. E infatti il gol è stato esattamente così. Io consigli a lui? Non posso, ho segnato un decimo dei suoi gol in A. Il mio futuro? Ho il contratto fino al 2020, voglio migliorare poco per volta. Ogni anno sono cresciuto, come categoria, presenze e gol."

Roberto Inglese, itasportpress.it
Roberto Inglese, itasportpress.it

Guardando indietro ci sono alcune date fondamentali per la carriera di Inglese: "Il 28 aprile 2015 la promozione in A del Carpi: pareggio contro il Bari di Nicola, che mi aveva allenato a Lumezzane. Segno del destino. Il 20 settembre 2015 l’esordio in A contro l’Inter: a Vasto non ci credevano. Non pensavo di farcela. Il 2 novembre 2015, invece, il primo gol in A contro la Samp: rimessa veloce, Meggiorini mette in mezzo, stop e tocco di destro. Bello quello con l'Empoli ma anche quello con l’Udinese non mi dispiace: da 30 metri." Ultimo capitolo legato agli allenatori con cui ha lavorato: "Di Francesco mi ha lanciato tra i professionisti, facendomi debuttare in Lega Pro e in Serie B a Pescara. Gli ho fatto tre gol ma sono cose che capitano: gli devo molto. Maran? Ha creduto in me fino in fondo: 2 anni fa ha deciso che era finito il momento dei prestiti. Sono legato anche a Festa a Lumezzane che mi ha aiutato a migliorare l’autostima. Dopo Pescara, non ero sicuro delle mie qualità. Ovviamente non dimentico Castori, quel Carpi non aveva un gioco spettacolare, ma correva tantissimo."