Emanuele Giaccherini ha lasciato il Napoli per ritornare ad assaporare il campo ed al Chievo Verona avrà tutto lo spazio che richiede. Sarri non lo ha tenuto in grossa considerazione durante l'esperienza napoletana, in Veneto proverà a rilanciarsi. L'esterno offensivo si è raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport.

Poco impiegato al Napoli, il giocatore si toglie qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di Maurizio Sarri: "E' un bravo allenatore, ma ha questo problema di rapporto con le riserve. Quando alleni una grande squadra devi saper gestire bene il gruppo e sotto questo punto di vista Sarri difetta un pochino. Per lui esistono 14 o 15 giocatori, ma se hai le coppe e vuoi vincere il campionato hai bisogno della rosa intera. Ed è giusto far sentire tutti importanti. Io a Napoli non mi sono mai sentito importante". In un anno e mezzo a Napoli appena 344’ in campionato. È difficile allenarsi bene conoscendo la situazione: "Mi sono sempre allenato per me stesso, nella mia carriera fino ad ora ho mangiato tanta polvere, facendo tanta panchina perfino in Serie C. Non mi butto giù facilmente. Certo, è brutto arrivare al venerdì e sapere che la settimana per me era finita lì. Ma non ho mai mollato. E grazie a questo atteggiamento adesso posso già dare una mano al Chievo pur non essendo al top della condizione fisica".

Nel passato di Giaccherini anche un'esperienza all'estero, in Premier League nelle fila del Sunderland: "Per la Juventus fu una grande plusvalenza, per me l'occasione della vita, avendo stipulato un contratto importante lì in Inghilterra. La Premier League è un’altra cosa rispetto alla nostra Serie A. Il Bournemouth lì parte per salvarsi, in A arriverebbe sempre 10° senza problemi". Esperienze anche con la Nazionale. Giaccherini ha giocato due Europei e una Confederations Cup: "Bellissimi ricordi, indossare la maglia della propria Nazionale è sempre un onore, oltre ad un'emozione grande. Ringrazio Prandelli per avermi convocato, seppur abbia saltato il Mondiale del 2014, che penso di avermi meritato sul campo".

Il Chievo nel futuro del Giak. La società clivense non ha impiegato molto nel convincere l'ex Napoli: "Mi hanno dato fiducia, mi hanno fatto sentire subito importante. Credo e spero di chiudere la carriera qui. E adesso dobbiamo pensare alla salvezza, senza paura. È un momento difficile, ma lo supereremo". Mezzala, o altri ruoli, l'importante è che possa essere messo in condizione di offrire il suo contributo in campo: "Maran sa che il mio pregio è la duttilità e quindi posso ricoprire più ruoli. Per me la squadra e il gruppo vengono prima di tutto, prima dei traguardi personali che metto sempre in secondo piano. Il calcio è un gioco di squadra, pensare sempre al singolare non ti porta da nessuna parte".