La festa per i 90 anni della Fiorentina inizia nel migliore dei modi, ovvero con una vittoria. Di misura, 1-0, ma vale pur sempre tre fondamentali punti, i primi della stagione dopo la sconfitta con la Juventus. Cade al Franchi il Chievo, poco pericoloso e piuttosto surclassato sul piano del gioco. Decisivo è l'uomo che non ti aspetti, Carlos Sanchez, alla prima da titolare, causa le scelte parzialmente sorprendenti, ma azzeccate, di Sousa. Che può finalmente sorridere.

LE SCELTE - Viola stranamente in una veste diversa, senza tre cardini quali Badelj, Bernardeschi e Gonzalo Rodriguez, quest'ultimo per infortunio, mentre i primi due per scelta tecnica. Esordio in Viola per Milic a sinistra, prima presenza in stagione per Tello a destra. Conservativi invece gli scaligeri, in campo con gli stessi undici della prima giornata, con Dainelli recuperato, abile ed arruolabile. Davanti la coppia composta da Meggiorini ed Inglese, alle loro spalle Birsa, doppio match-winner contro l'Inter.

FATICA ED EPISODIO - Sousa vede i suoi approcciare la gara con la giusta attitudine, col classico buon possesso palla e dominio territoriale annesso. Qualità del palleggio incrementata a scapito del dinamismo dopo soli 8', quando uno sfortunato Vecino, vittima di un problema muscolare, deve lasciare il campo a Badelj. L'uomo che prova da subito a spostare gli equilibri è Tello, vivace sulla destra: Gobbi lo soffre, ma alle sue spalle i centrali riescono spesso a respingere i traversoni dell'ex Barcellona. Il primo reale squillo suona al 27': Kalinic rifinisce un contropiede concluso da Borja Valero con un destro sul primo palo piuttosto molle, Sorrentino non si fida e mette in corner. Errore madornale: proprio sulla pennellata che deriva è Carlos Sanchez a staccare troppo solo, schiacciando la palla a terra e firmando il primo gol in maglia viola.

PAURA, POI IL BEL GIOCO - Subito dopo la rete, un po' di spavento per Tatarusanu, colpito involontariamente alla testa per salvare su Meggiorini, ispirato da una spizzata di Inglese in profondità. Una volta ripreso il gioco, col portiere sostituito da Lezzerini (trauma cranico la diagnosi), la Fiorentina impiega la propria qualità per generare palle-gol più o meno pericolose: uno degli infiniti scatti di Kalinic viene premiato da un cross dalla destra, l'incornata del croato risulta centrale e poco potente. Nei quattro minuti di recupero è ancora Sanchez l'uomo più pericoloso, sul suo destro nei pressi dell'area passano due palloni decisamente interessanti, ma prima una deviazione e poi un liscio lasciano il punteggio fisso sull'1-0 all'intervallo di una gara piuttosto nervosa, complice anche una buona uscita, coraggiosa, di Lezzerini.

INIZIO SPRINT - Rientra in campo con uno spirito diverso il Chievo, più alto ed efficace nel pressing. Non tarda ad arrivare la prima vera occasione della gara per i veronesi, frutto di un affondo di Castro dal quale deriva un cross basso per il destro sbucciato di Meggiorini, sul quale Lezzerini è pronto e reattivo, parando d'istinto. L'attaccante avrebbe, sempre sul suo piede debole, un'altra buona occasione: tutto solo in area calcia decisamente male. Anche Ilicic nella stessa situazione poco prima, col suo sinistro, non aveva inquadrato la porta. La Fiorentina, assistita dalla sfortuna, perde anche Carlos Sanchez, tra i migliori in campo, e rischia nuovamente all'ora di gioco ancora con Meggiorini, dal limite stavolta col sinistro, trovando ancora Lezzerini.

RUSH FINALE ANZICHE' NO - Maran prova ad aumentare il peso offensivo inserendo anche Pellissier: la bandiera clivense cerca di contribuire con i propri movimenti in avanti, ma all'80' è Ilicic a sfiorare il 2-0, il suo mancino da ottima posizione dopo aver sfondato a destra sbatte sulla parte interna della traversa e ritorna in gioco. I minuti finali sono comunque appannaggio esclusivo della Viola, più lucida mentalmente e capace di gestire con il possesso palla il vantaggio, senza affrettare i tempi di gioco. Non bastano al Chievo un paio di palloni crossati in area: i tre punti se li prende la squadra di Sousa.