"Ci voleva Vittorione. Magari lo stadio nuovo non lo faceva però un bello striscione attaccato alla tribuna d'onore con su scritto: "Kalinic è incedibile" non ce l'avrebbe tolto nessuno". Discorsi da bar, suggestioni d'inverno e di primi giorni di mercato. Eppure continuo a pensare che sarebbe stato bello ma non sarebbe servito a trattenere il centravanti croato a Firenze. Anche perchè poi la cessione di Batigol fu soltanto rimandata.

Comunque la notizia in casa viola è questa: 50 milioni per pagare la clausola di rescissione e 10 milioni netti a stagione per il giocatore. Che, però, ha rifiutato. I romantici dicono che lo abbia fatto per la maglia, gli scettici perchè "se ne danno 15 a Pellè, Kalinic può chiederne di più" fatto sta che Nikola ha rifiutato. Ed io sono parecchio felice perchè, anche se probabilmente arriverà il rilancio, non mi sento ancora pronto a giocare con Babacar titolare oppure con Simone Zaza unico 9. Ed il centravanti di riserva chi lo farebbe? Si riprende Gondo? Keirrison? Jovetic? No, grazie davvero, ma a bidoni siamo a posto così. Senza contare che non sono così sicuro che i soldi incassati dalla cessione del centravanti croato sarebbero reinvestiti nel mercato. Come, del resto, non saprei dire dove son finiti i 27 milioni per la cessione di Alonso al Chelsea. 

Comunque, in attesa di vedere come si sviluppa la vicenda occorre anche stare attenti a Milan Badelj che sembra andare tanto di moda. Alla Roma di Spalletti piace da tempo ma prima i giallorossi devono cedere Paredes a determinate condizioni economiche. Se i presupposti dovessero concretizzarsi, ecco che i dirigenti giallorossi potrebbero stavolta presentarsi davanti agli uffici viola in via ufficiale con una cifra compresa tra i 10 e 12 milioni. Ci sarebbe poi da capire quali siano i motivi che spingano la dirigenza giallorossa a privarsi di uno dei migliori prospetti in circolazione per prendere un fabbro dai piedi buoni, ma "i gusti son gusti come diceva quello che si ciucciava il calzino".

Infine una battuta sul possibile ritorno di Cesare Prandelli a Firenze: "No grazie". Intanto perchè il buon Cesare dopo gli anni in viola e la parentesi sulla panchina della Nazionale ha inanellato un fallimento dietro l'altro. Che poi non sia tutta colpa sua glielo concediamo, ma non può bastare come giustificazione. E poi, senza offesa alcuna per le ex fidanzate e le minestre riscaldate, tornare indietro non è mai la cosa giusta da fare. Si torna dove ci si sente protetti quando invece un pò di insicurezza o cambiamento non farebbe male. Soprattutto per chi vuole crescere, soprattutto per chi dice di voler guardare avanti.