Kurt Hamrin racconta

L'ex attaccante di Fiorentina e Napoli si racconta in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Tra Sarri, i due Chiesa e la partita di stasera

Kurt Hamrin racconta
Hamrin impegnato con la maglia della Fiorentina
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Di Daniele Baldassarri

Kurt Hamrin è l’uomo giusto per raccontare Napoli-Fiorentina, come riportato da La Gazzetta dello Sport.

"Anni Settanta, io sulla panchina del Figline e Maurizio in campo. Grande fisico ma piedi scarsi. Il Sarri calciatore nasce come difensore centrale. Cattivello. Sicuramente duro. Avrei voluto trasformarlo in centravanti. Un bomber di potenza. Al termine della stagione fu chiaro che io non potevo fare l’allenatore e Sarri non era nato per giocare a calcio".

Quando lavorava nel settore giovanile della Settignanese ha seguito i primi passi di Federico Chiesa: "Lo accompagnava al campo babbo Enrico. Parlavo spesso con lui di calcio ma mai del figlio. Non voleva che fosse diverso dagli altri bambini. Si vede che Federico ha una grande famiglia alle spalle".

Differenze tra padre e figlio? "Enrico era un centravanti, Federico è un attaccante totale. Mi ha entusiasmato nella gara contro la Juve. Ha corsa, potenza e non si vergogna a tirare in porta. Ma non guardi male l’arbitro dopo una decisione a suo sfavore. Deve restare un giocatore simpatico a tutti".

Chi le piace della Fiorentina? "Bernardeschi ha talento. Ha avuto coraggio a pretendere la maglia numero 10, che a Firenze pesa come una montagna. Contro la Juve ha trascinato i compagni. Era indemoniato come tutta la squadra".

Kalinic ha rifiutato 12 milioni netti per tre anni :"E dire che in Cina avrebbe trovato Cannavaro, che lo avrebbe aiutato ad ambientarsi. Quella di Kalinic è una scelta quasi assurda, ma è bello sapere che i soldi non sempre comprano tutto. Ora gli auguro di vincere qualcosa con la Fiorentina. Magari una Coppa".

Come finisce Napoli-Fiorentina"Con tanti gol. Il Napoli è favorito. L’assenza di Gonzalo Rodriguez rende più pericolosi gli attaccanti di Sarri. La Fiorentina non ha un muro dietro".

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Daniele Baldassarri
da ragazzo ero un coglione. ora le cose sono cambiate: non sono più un ragazzo (ma la passione per lo scrivere si è trasformata in un bisogno)