È sicuramente uno dei prospetti più interessanti proposto dalle selezioni giovanili della Fiorentina e della nazionale. Federico Chiesa, nonostante il cognome pesante (è figlio di Enrico Chiesa, a sua volta attaccante di Fiorentina ed Italia) si sta ritagliando tanto spazio nell'undici di Sousa e sta mettendo in mostra qualità importanti, che hanno convinto il ct Ventura a portarlo nell'ultimo stage di prova della nazionale maggiore, per visionare un po' alcuni giocatori in vista delle prossime sfide per arrivare al Mondiale in Russia del 2018.

Sulla prima volta in nazionale maggiore: "E' una grande emozione, le prime parole del mister sono state di convenevoli, ma sono stato accolto molto bene".

Chiesa racconta poi gli inizi della sua carriera, partendo dalla sua prima squadra, la Settignanese: "Quando giocavo nella Settignanese il mio sogno era quello di giocare nella Fiorentina, Coverciano lo vedevo come una possibilità realizzabile in futuro. Da piccolo per me c'era solo la squadra viola. Fra dieci anni? Sarebbe sicuramente bello rimanere, oramai alla Fiorentina sono già dieci anni fra settore giovanile e primo anno in prima squadra. Adesso penso al presente, alla nazionale, da domani il mio club".

Nello stage il ragazzo è cresciuto: "Torno alla Fiorentina sapendo qualcosa in più, come pensa il calcio Ventura, sono stati due giorni importantissimi per capire come ci si muove nella nazionale A. Torno avendo imparato qualcosa di importante per il futuro".

Nella Fiorentina è recentemente tornato, nei quadri dirigenziali, una bandiera come Antognoni: "Per noi è importante, ha una storia grande alle sue spalle, sarebbe bello pareggiare ciò che ha fatto. Io spero di dare il massimo sia per la Fiorentina che per la nazionale".

Il padre ha giocato il Mondiale nel 1998, ma Chiesa per ora pensa solo al presente e non al 2018: "Per la Russia non ci penso, assolutamente, ora voglio raggiungere l'Europa con la Fiorentina. Sarebbe un sogno far parte del gruppo in Polonia".

Il ragazzo viola spera ovviamente in una convocazione da parte del ct Di Biagio: "Ci siamo salutati, ci siamo stretti la mano, nulla di più. Per essere convocato in Polonia devo solo dare il massimo, ascoltare Sousa, continuando quello che ho fatto finora".

Il modulo della nazionale è diverso da quello della Fiorentina: "Io sono abituato nella Fiorentina a ripiegare. Mi sono trovato benissimo in questo ruolo".

La partita della nazionale che più lo ha fatto emozionare: "Sfortunatamente quella con la Germania, che però faceva capire come ci fosse un gruppo. Poi quella del 2006 con la Francia".

Sui propri obiettivi prima risponde scherzosamente, poi si espone: "Al bar c'è la lista di quelli che han fatto più gol e presenze. Spero di arrivare a far parte di quella lista. Vorrei l'Europa con la Fiorentina e arrivare in Polonia con l'Under21".

Infine ringrazia chi gli ha permesso di arrivare ad essere preso in considerazione per l'Italia: "La Fiorentina, Sousa che in tre giorni ha deciso il mio futuro in ritiro, oltre ai miei genitori che sono sempre stati al mio fianco in questo inizio di carriera. Mio padre l'ho visto solo in tv. Nel 2002 mi portò a Coverciano, per uno stage, poi si ruppe il ginocchio".

Fonte: Tuttomercatoweb