In un turno in cui nella zona Europa League la situazione resta pressoché immutata con tanti pareggi, la Fiorentina spreca una ghiotta occasione per rosicchiare punti alle avversarie, in una giornata che sembrava ampiamente favorevole sulla carta. Come spesso accade le previsioni della vigilia non sono state rispettate, ma quel che è accaduto all’Artemio Franchi ieri pomeriggio è qualcosa che va oltre ogni logica.

Contro una squadra, l’Empoli, che aveva vinto solo una volta in trasferta e che non otteneva un successo in questo stadio da 20 anni – 20 settembre 1997, con goal decisivo al novantesimo proprio di Giovanni Martusciello – gli uomini di Paulo Sousa hanno offerto una prestazione ai limiti della decenza, tanto che il presidente viola Mario Cognigni ha abbandonato la sua postazione in tribuna già al termine del primo tempo, in uno stadio semivuoto. E questa volta non può valere nemmeno l’alibi delle decisioni arbitrali, perché se è vero che il primo gol empolese nasce da un fuorigioco non segnalato a Thiam ed il rigore decisivo assegnato nel recupero da Mazzoleni è quantomeno dubbio, anche la rete del momentaneo pareggio di Tello è viziata da una partenza irregolare di Borja Valero. E comunque, quando si gioca così, l’operato dell’arbitro deve essere l’ultima cosa a cui si pensa.

Il rigore di Pasqual, www.sportmediaset.mediaset.it
Il rigore di Pasqual, www.sportmediaset.mediaset.it

La sconfitta subita ieri porta in eredità una serie di conseguenze negative su cui riflettere: i punti in classifica restano 52, a -4 dall’Inter, di scena a Firenze settimana prossima, a -6 dal Milan sesto, a -8 dall’Atalanta quinta che dal pareggio in trasferta in casa della Roma guadagna un punto di vantaggio, così come la Lazio; l’ultima volta che la Fiorentina aveva perso in casa in Serie A era il 24 aprile 2016, contro la Juventus, sempre per 2-1. Inoltre, dopo il fischio finale, Nikola Kalinic è stato espulso per le reiterate proteste e, oltre alla prossima sfida contro l’Inter, salterà quasi certamente un altro paio di partite. Per concludere, la beffa delle beffe, è il calcio di rigore decisivo realizzato nel sabato pre pasquale da quel Manuel Pasqual che ha indossato la maglia della Fiorentina per più di 350 partite in 11 stagioni e spesso con la fascia da capitano al braccio.

Dunque, nonostante la carica dei giocatori, dell’allenatore e di tutto l’ambiente alla vigilia, la Fiorentina deve abbandonare i sogni di una qualificazione europea, a meno di clamorosi ribaltoni nelle ultime sei giornate; a questo punto la rivoluzione estiva paventata da tempo diventerà probabilmente realtà.