Grinta e carattere da vendere. Il nuovo Genoa targato Ivan Juric è già figlio della personalità del suo allenatore, giunto in Liguria per raccogliere l'eredità tecnica e non solo del suo mentore Gian Piero Gasperini. Due vittorie, sei punti in classifica. Due rimonte, prima contro il Cagliari a Marassi, poi a Pescara contro il Crotone. Il secondo tempo sorride alla squadra del tecnico che nella passata stagione ha trascinato la squadra pitagorica ad una storica promozione in Serie A. 

Adesso, sulla panchina del Genoa di Preziosi, Juric punta ad affermarsi anche nella massima serie, proponendo gioco ed idee, spettacolo e tanto altro. In occasione dei festeggiamenti per i 123 anni del Vecchio Grifone, il tecnico ha sottolineato al sito Gianlucadimarzio.com l'importanza di avere i tifosi sempre più vicini, soprattutto dopo l'ottimo inizio: "Vorrei che la gente si divertisse a vedere il Genoa e possa riconoscersi con questa squadra. I tifosi vogliono emozioni. La squadra? E' un grande gruppo. Hanno voglia di apprendere e di lavorare. Sono molto contento di loro".

Dall'aspetto generale a quello dei singoli, con un pensiero rivolto a Pavoletti, centravanti già a segno con una doppietta nell'ultima gara di Pescara contro la sua ex squadra, il Crotone: "Leonardo è un grande attaccante d’area. Lì è devastante. E poi è un ragazzo splendido. Mai in carriera ho visto una persona così solare, sempre sorridente e veramente attaccato alla maglia. Ha rifiutato contratti più ricchi per rimanere con noi. Sono davvero pochi i giocatori come lui".

Presente, con Pavoletti, ma non solo. Il Genoa di Juric punta forte anche sul futuro, con Giovanni Simeone e Lucas Ocampos pronti in rampa di lancio ad affermarsi nel catino del Ferraris: "Simeone è molto interessante. E’ con noi da poco ma ha voglia di apprendere. In futuro potrà raccogliere l’eredità di Pavo e diventare il futuro attaccante centrale del Genoa. Ocampos è un ragazzo di talento, ma deve lavorare. Gioca nello stesso ruolo che aveva Palladino nel mio Crotone e sto provando a trasmettergli quello che Raffaele mi ha insegnato lo scorso anno".

Poco prima della festa, però, tempo di allenamento. Lungo, serrato, senza alcuna sosta, con direttive precise e perentorie in vista della gara contro la Fiorentina: "Se non vengono in pressing, teniamo il possesso e quando vengono li castighiamo. Se non riescono a rubarcela, facciamo possesso palla e aspettiamo il momento giusto per fare gol - ed ancora - Più larghi, più gioco, più aperti". Carattere da vendere.