La contestazione dei tifosi del Genoa nei confronti della squadra e soprattutto verso il presidente Preziosi andava avanti ormai da qualche settimana e la sconfitta nel derby non ha di sicuro aiutato l'ambiente da questo punto di vista. Con il Genoa costretto a cambiare sede del proprio per evitare contestazioni e cercare di preparare al meglio la gara contro il Milan.

Il presidente Preziosi, però, non è voluto rimanere in silenzio e ai microfoni di Telenord ha parlato di diversi temi. Il futuro della società, le proprie scelte personali, la contestazione in atto, Preziosi ne ha per tutti: "Quando il Genoa vince è la squadra dei tifosi, quando il Genoa perde è la squadra di Preziosi. Non ho mai contestato le loro posizioni, sono liberi di farlo però questa è assurda. Sono per il confronto, affronto volentieri tutti. Faccio quello che posso e riconosco che non è sufficiente: però è sbagliato distruggere dieci anni di lavoro a Genova. Ho capito che quando le cose vanno male dalla tifoseria emergono dei paladini. Manco al Ferraris da un mese, dal 2-2 con il Crotone. Nonostante questo sono ancora fortemente legato alla società e sto cercando di risolvere alcune problemi. Farò male, malissimo il mio mestiere ma non sono mai scappato con i soldi nella valigia.

Domani, però, dopo comunicati come questo, sono costretto a tornare a Milano. Ripeto, se si farà avanti un compratore serio non gli farò nemmeno un prezzo. Fino a quando non saremo matematicamente salvi chiedo alla tifoseria di stare vicina alla squadra, aiutate i ragazzi; prendetevela con me. Il giorno dopo farò una conferenza stampa dove spiegherò in tutta onestà la reale situazione economica del Genoa. Non ho perso entusiasmo, mi darò ancora da fare ma datemi il tempo. Lo sport è ormai diventato la contestazione nei miei confronti. Cosa posso fare per evitare la vergogna di questi tifosi? La crisi? Non ho mai preso un punto di penalizzazione per ritardi di pagamenti degli stipendi: lo riconosco, il mio ciclo è finito ma ugualmente faccio di tutto per il Genoa."