Deludente ancora una volta la stagione dell'Inter, ormai non più ai livelli che le competono dal 2011, anno post-triplete e anno dell'ultimo trofeo vinto, ovvero la coppa Italia sotto la guida di Leonardo.
Analizziamo per punti l'anno dei nerazzurri.

SERIE A: L'Inter è fuori dalle coppe europee per la seconda volta in tre anni, avendo racimolato 55 punti in 38 partite, con una differenza reti in positivo di 11 reti, con 59 gol fatti e 48 subiti (31 incassati con Mancini), una media ingloriosa se si pensa che solo cinque anni fa la stessa Inter saliva sul tetto d'Europa realizzando il sogno del triplete con Josè Mourinho, tutto ciò è stato probabilmente causa di una cattiva gestione del mercato e dei giocatori negli anni successivi a quelle vittorie, ma questa è un'altra storia.

Due allenatori si sono avvicendati sulla panchina dell'Inter quest'anno, prima Walter Mazzarri (fino all'undicesima giornata) e poi Roberto Mancini, che sarà alla guida dei nerazzurri anche l'anno prossimo, sorprese permettendo. Chi è stato il migliore dei due? Ci sono pareri discordanti a riguardo. Punti alla mano, Mazzarri ha avuto una media più alta di quella di Mancini, (1,45 punti a partita contro 1,38. Numeri impietosi per una squadra come l'Inter, abituata a stare ai vertici del campionato di Serie A e che mai è retrocessa nella serie cadetta), anche se è stato accusato più volte di far giocare l'Inter come una "provinciale", ma è innegabile come, seppur con l'attenuante di qualche innesto in più a Gennaio, Mancini abbia fatto girare e giocare meglio la squadra in campo, che per sfortuna o per basso tasso tecnico della rosa, ha comunque accumulato una media punti minore rispetto al periodo Mazzarriano.

Infine, con entrambi gli allenatori sono sorti problemi comuni, ovvero: una rosa non adatta ad una squadra che vuole puntare allo scudetto o quantomeno ad una delle prime tre posizioni e di conseguenza un cattivo mercato, prestazioni altalenanti e un atteggiamento sbagliato nei confronti delle partite, con quasi sempre un tempo regalato all'avversario e in particolare la troppa sufficienza della squadra una volta passata in vantaggio.

EUROPA LEAGUE: I preliminari sono stati passati camminando sul velluto contro lo Stjarnan, come d'altronde doveva essere visto il livello dell'avversario. Già nei gironi sono cominciati a sorgere i primi problemi, con prestazioni di basso livello, che hanno comunque permesso all'Inter di passare come prima con tre vittorie e tre pareggi, ma se si pensa alla caratura degli avversari, si può ben capire che non è proprio un gran risultato questo. L'eliminazione agli ottavi di finale contro il Wolsfburg (con un complessivo 5-2 a favore dei tedeschi) è stato solo il risultato di quello che s'era potuto chiaramente vedere nei gironi e nel passaggio del turno ai sedicesimi contro il Celtic con un solo gol di scarto (4-3 nell'insieme), ovvero una squadra non adatta a competere ad alti livelli in Europa, seppur comunque il Wolsfburg non fosse un avversario semplice da battere, certificato anche dal secondo posto conquistato nella Bundesliga.



COPPA ITALIA: Il cammino in Coppa Italia si è spento ai quarti di finale con l'1-0 contro il Napoli firmato Higuain, gol facilitato da un grave errore di Ranocchia. Agli ottavi i nerazzurri avevano battuto per 2-0 la Sampdoria con i gol di Shaqiri (bellissima azione con tacco di Podolski e sinistro di prima dello svizzero) e Icardi. La possibile vittoria in questa competizione avrebbe proiettato la squadra di Appiano Gentile verso l'Europa League, ma i soliti problemi di disattenzione difensiva, che sono stati presenti per l'intera stagione, hanno condizionato anche l'avanzamento nella coppa nazionale.

CALCIOMERCATO: Dopo la sessione estiva c'era molto entusiasmo nell'ambiente: Vidic e Osvaldo dovevano rappresentare le due sicurezze, due investimenti capaci di alzare il tasso tecnico della squadra, Medel aveva appena disputato un gran mondiale e ha abbastanza rispecchiato le aspettative, M'Vila doveva essere quel tocco in più per dare qualità a centro del campo e i ritorni di Obi, Krhin ( quest'ultimo da gennaio in prestito al Cordoba) e Berni sono state operazioni probabilmente votate ad una convenienza per la lista UEFA. Dodò invece doveva essere la scomessa dell'anno, ma dopo un avvio promettente, la sua stella s'è affievolita fino a spegnersi del tutto, complici anche degli infortuni.
Il serbo, Vidic, non ha disputato una stagione all'altezza del suo nome, probabilmente il peso dell'età grava già sulle sue spalle e non è più in grado di offrire le prestazioni d'un tempo. Osvaldo invece, prima d'essere ceduto a Gennaio per motivi extra-calcistici, aveva dato un gran contributo alla squadra, sfornando ottime partite, assist e gol (5 in 12 partite). M'Vila ha vissuto mesi di poche luci e tante ombre, finendo nel dimenticatoio con l'arrivo di Mancini, fino alla rescissione consensuale avvenuta a Gennaio e il ritorno in Russia al Rubin Kazan.

Il mercato di Gennaio, così come quello estivo, ha creato grandi aspettative. Gli arrivi di nomi importanti come Shaqiri e Podolski hanno smosso l'ambiente, aiutati dal ritorno del figliol prodigo Santon e la scomessa, ben riuscita, Brozovic.
I primi due sono partito col botto, finendo poi ai margini della rosa dopo le prime deludenti prestazioni in campo, con Shaqiri che ha anche passato molto tempo in infermeria, ma avrà l'anno prossimo per riscattarsi, al contrario del tedesco che ha ufficializzato la fine della sua avventura nerazzurra. Santon ha invece disputato delle ottime partite, l'esperienza inglese al Newcastle l'ha fatto tornare più maturo e forse anche più pronto per l'Inter, ma dopo la decima presenza (termine per il diritto di riscatto a favore dell'Inter) comincia piano piano a sparire dai radar di Mancini, fino a fare coppia fissa con la panchina. Felipe preso a parametro 0 è servito solo a tappare i buchi lasciati dai vari infortuni.

SOCIETA': Tutto sommato l'Inter intesa come società ha lavorato bene. Il presidente Thohir, per quanto ha potuto (ricordiamo che appena arrivato ha dovuto sanare il bilancio negativo lasciatogli da Moratti di 70 milioni di euro e pagare allo stesso la quota d'acquisizione) non si è mai tirato indietro quando c'è stato bisogno di mettere mano al portafoglio per apportare migliorie alla squadra, nè quando è stato il momento del cambio in panchina che l'ambiente richiedeva, prendendo un nome forte come quello di Roberto Mancini, che agli interisti ricorda bei momenti. Ausilio ha provato ad esaudire i desideri dei due allenatori, cercando di prendere il meglio che il mercato offriva, ma non è stato eccessivamente fortunato.

Unica pecca la gestione del caso Osvaldo, che poteva dare man forte alla squadra e magari regalare qualche punticino in più. Forse fra gli errori potrebbe essere annoverato anche la vendita dell'ennesimo giovane promettente, ossia Federico Bonazzoli, lasciato andare alla Sampdoria per 4,5 milioni di euro, ma sul quale Ausilio si è assicurato un controriscatto, esercitabile in tre anni, di 9 milioni di euro.

ROSA: Handanovic si è mostrato ancora una volta un incredibile para-rigori (7 su 8), confermando anche il suo valore generale fra i pali, anche se si sono visti errori che un portiere come lui non era solito fare, disattenzioni provenienti probabilmente anche da una voglia di vincere qualcosa che all'Inter non riesce ancora a soddisfare. Per quanto riguarda Carrizo, qualche presenza sporadica nelle coppe, scandite più da errori che da disimpegni. Per Berni zero presenze ufficiali.

La difesa è stata senza dubbio il peggior reparto: Ranocchia bocciato senza dubbi, la fascia da capitano non gli ha dato la spinta in più; per quanto riguarda Juan Jesus si sta ancora aspettando il salto di qualità, ma se continua così non avverrà mai, nè da centrale, nè da terzino; Vidic ha offerto giocate non all'altezza del suo periodo a Manchester, mostrandosi fuori condizione; Nagatomo, Campagnaro e Jonathan hanno giocato chi poco e chi niente; D'Ambrosio ha disputato una discreta stagione, distinguendosi più che altro per qualche gol in Europa League, ma anche lui sempre fra alti e bassi; di Andreolli si ricorda solo la pallonata involontaria a Mancini; Dodò era una meteora e tale è rimasta.

Capitolo centrocampo: Kovacic è di indiscutibile talento ed è ancora giovane, ma anche quest'anno non è riuscito a fare la differenza ed è rimasto seduto più volte in panchina; Guarin al solito azzecca qualche partita, ma è inconcludente per tutto il resto della stagione; Kuzmanovic è stato impiegato poco e non ha sempre brillato quando è stato schierato, ha però segnato il primo gol in nerazzurro, che è anche stato il gol vittoria nella gara di ritorno col Dnipro; Medel è stata una nota lieta, sicuramente non dotato tecnicamente, ha saputo dare il suo apporto a livello quantitativo alla squadra come nessun altro, svolgendo un ottimo lavoro di rottura a centrocampo e giocando praticamente ogni partita al massimo; Obi è stato poco utilizzato, ma le sue prestazioni non sono state malvagie, nè comunque han fatto la differenza, derby d'andata a parte nel quale ha segnato il gol del pareggio dopo il vantaggio di Menez; Brozovic è stato sicuramente il miglior acquisto di Gennaio. Duttile, giovane, talentuoso e capace, s'è mostrato un'ottima pedina per Roberto Mancini, che dal suo arrivo a Gennaio lo ha schierato per bene 15 volte, segnando anche un gol nell'ultima giornata di campionato contro l'Empoli; Hernanes è partito malaccio, probabilmente anche perchè fuoriruolo, ma quando è stato impiegato da trequartista ha fatto la differenza, mostrandosi nel finale di stagione il più in forma della squadra e l'uomo capace di fare la differenza; Shaqiri ha creato tante aspettative, ha giocato bene la prima parte dopo l'arrivo a Gennaio, ma poi poco alla volta le sue prestazioni sono calate e gli infortuni non lo hanno aiutato a riprendersi.

Per quanto riguarda l'attacco c'è poco da dire, Palacio e Icardi hanno disputato una stagione fenomenale, col primo che è partito in sordina per problemi fisici, ma poi ha unito il suo grande lavoro per la squadra a 12 gol (8 in campionato e 4 in EL) e assist. Icardi ha finito con l'essere il capocannoniere della Serie A con 22 reti alla pari di Luca Toni. Seppur spesso avulso dalla manovra della squadra, la sua media realizzativa è spaventosa per un ragazzo di 22 anni. A questi vanno aggiunte le 4 reti in Europa League e un'altra rete in Coppa Italia, per un totale di 27 gol in stagione.
Di Podolski si ricordano un paio di assist e un gol, ma non molto di più, la sua avventura all'Inter è finita quasi prima di cominciare, non ha convinto sin dall'inizio e il suo futuro è lontano dal Meazza.

GIOVANI: Tanti i giovani esordienti dalla primavera di quest'anno dell'Inter: Donkor, Gnokouri, Bonazzoli, Puscas, DiMarco, Palazzi, Camara, Baldini, . Punti fermi della primavera interista, hanno saputo dare il loro apporto anche in campionato, in particolare Gnokouri e Bonazzoli. Tutti loro sono da tenere sott'occhio visto il potenziale espresso, chissà che non possano diventare un pezzo importante dell'Inter dei prossimi anni.

LA PROSSIMA STAGIONE: Sicuramente i soldi della qualificazione in Europa League avrebbero fatto comodo, ma magari è meglio cominciare la nuova stagione con meno impegni possibili, così da poter vendere gli eccessi e sfoltire la rosa e concentrarsi unicamente sul campionato. Il mercato in quanto a voci e nomi promette bene e Mancini non è uno che si accontenta di solito, ma se il mercato dell'Inter sarà soddisfacente o meno, saprà dircelo solo la prossima stagione, per adesso l'amaro in bocca resta per un campionato ricco solo di delusioni e non molto altro.