Per 90 minuti, poco meno, l'Inter sbatte contro un muro, costruito con sapienza da Reja e reso ancor più forte dall'incapacità degli interpreti di casa di uscire da uno scritto banale e prevedibile. Accade così che a risolvere, come spesso in questi casi, sia un colpo a sorpresa, una giocata da campione di un campione. Miranda batte rapidamente una rimessa laterale sull'out di sinistra della zona d'attacco, Jovetic si prende i metri a disposizione e va a giro sul palo lungo. Il bravo Sportiello capitola, è festa a San Siro. Un mare di applausi travolge il montenegrino, "schiacciato" dall'abbraccio dei compagni e dall'esultanza di Mancini.

L'Inter riparte da qui, da un'idea di gruppo e dal mercato. Le operazioni in entrata si confermano di ottimo livello. Jovetic ha colpi non comuni, deve affinare una condizione fisica non ancora ottimale. Al suo fianco, Kondogbia, una forza della natura, con giocate di tecnica insospettabili. Il pubblico si esalta quando il transalpino libera i cavalli e si lancia in progressione o sradica con le lunghe leve il pallone dagli altrui piedi. Sono strappi senza continuità, ma l'inizio è confortante.

Il fiore all'occhiello nel comparto arretrato. La balbettante retroguardia del passato è un ricordo. Una cortina insormontabile protegge Handanovic, Miranda - Murillo, eleganza e senso del gioco. Il brasiliano dirige con tranquillità, difende e imposta, il colombiano, a dispetto dell'età, si disimpegna con estrema facilità. Rimedia alle falle dei compagni, indica la via, suggerisce i movimenti al vicino Jesus.

Le note dolenti un passo più avanti. Medel in regia ingolfa lo sviluppo del gioco e il pubblico ribolle. Il cileno si limita al compitino e quando deve allungare il raggio di gittata o affinare la giocata riceve in cambio gli assordanti fischi dei presenti. Kovacic debutta a Madrid, l'Inter conta i milioni, ma si riscopre povera, in campo. Gnoukouri soffre la prima, Hernanes, nella ripresa, accende a tratti. Il dinamismo di Brozovic non può bastare contro una squadra ordinata.

A completare il quadro negativo, lo stop per Icardi. Una manciata di minuti dopo il problemino nella fase di riscaldamento. Mancini deve lanciare Jovetic e di fatto svuotare la panchina. Manaj è la carta della disperazione. "Siamo contati ovunque", questo il grido d'allarme, a una settimana dalla chiusura del mercato.

Jovetic, un gruppo coeso, un carattere forte, la base è importante, ma non basta. Mancini ha un'idea di calcio che l'Inter oggi non può offrire. Un esterno di difesa adattato, Juan Jesus, una mediana senza un giocatore in grado di accendere la luce e dirigere il traffico, un attacco privo di sbocchi esterni. L'Inter è monotematica e quindi arginabile, soprattutto in casa, contro squadre medio-piccole, pronte a intasare gli spazi.

Perisic, Melo, Coentrao o chi per lui, tre acquisti per costruire, durante la sosta, un'Inter vicina al credo del tecnico.