Inserimento centrale e botta violenta a superare Donnarumma. Il "montante" di Kondogbia risolve il Berlusconi nei primi minuti di gioco. Nel silenzio della difesa rossonera, l'incedere poderoso del gigante di Francia. Un click che sblocca il colosso, fin qui apprezzato solo a piccole dosi nella nuova avventura in nerazzurro.

Mancini propone come annunciato un'Inter di secondo piano, in quanto a interpreti. Spazio a chi fin qui si è visto meno e a chi deve dimostrare qualcosa per rientrare nelle alte sfere del tecnico. Il modulo è un semplice 4-4-2, con Ranocchia e l'adattato D'Ambrosio al centro della difesa, Montoya a destra e Telles a sinistra. Carrizo tra i pali. Novità liete quella del capitano e del terzino mancino. Ranocchia doma senza patemi Luiz Adriano e esce con puntualità sulle folate di Cerci e Honda. Mancini apprezza e si alza dalla panchina per applaudire. Telles spinge con costanza e presenta il consueto sinistro educato.

Un passo avanti, interessante la coppia centrale. Kondogbia e Gnoukouri, mastini con licenza di aggredire. I due sradicano palloni, ma non disdegnano la giocata. Recuperi e tranquilli disimpegni. Nagatomo è l'esterno alto di sinistra, Biabiany di destra. Progressi notevoli per l'ex Parma, puntuale nelle sue scorribande e spesso invocato dai compagni.

Davanti Manaj, frizzante, e Palacio, pronto a sbattersi anche in un'amichevole infrasettimanale.

Mancini non rinuncia ai cambi in corsa e, quando il Milan si accende, il tecnico vira sul 4-3-3, con Nagatomo mezzala destra e Manaj e Biabiany larghi ai lati di Palacio. L'Inter vera è nei 45 minuti iniziali, qui si vedono barlumi di squadra, ognuno svolge con attenzione il compito e la condizione appare buona. Pressing e idee per accentuare i limiti del Milan. Carrizo spegne qualche leggerezza, rintuzzando il batti e ribatti in area.

La ripresa è terreno differente. Quando scocca l'ora di gioco, Mancini butta dentro tutta la panchina. Il tempo delle analisi si chiude, campo per il futuro di casa Inter. In questo contesto, il Milan ha gioco più facile, sfiora più volte il pari, ma Carrizo è super e Berni nel finale si esalta su Ely. Qualche apparizione offensiva la riserva anche la banda nerazzurra, Baldini sfreccia in corsia, Delgado pecca in lucidità, Dodò mette nelle gambe minuti importanti.

Vince l'Inter, conta poco, se non per accumulare sensazioni positive in vista del ritorno della massima serie. Mancini segna sul taccuino i "sì" e i "no" di una serata di festa. Tanti spunti da cui ripartire.

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo