E' un Roberto Mancini amareggiato, deluso, quello che si presenta ai microfoni di Sky. La rabbia lascia posto alla tristezza per una stagione da film thriller. "Dalle stelle alle stalle" direbbe qualcuno. La terza sconfitta annuale in casa sancisce, di fatto, la fine della rincorsa Champions e rimanda l'Inter al prossimo anno. Il Torino è solo l'apice di un logoramento mentale, prima che fisico, che il primato invernale ha solamente esasperato.

Il tecnico di Jesi si esprime così, al termine del match, ai microfoni di Andrea Paventi per Sky Sport:

"Sono amareggiato, non arrabbiato. Comentare questa partita mi rimane molto difficile, andava chiusa molto prima. Una partita come questa non si può perdere perchè se non la chiudi gli episodi ti si ritorcono contro. Dov'è finita la nostra solidità mentale? Ci sono momenti della stagione in cui va tutto bene e Handanovic fa miracoli e altri in cui gira tutto storto e al primo tiro prendi gol. Il nostro più grande problema è quello di non saper gestire i novanta minuti, come successo a Roma".

Il Mancio interviene anche sui due rigori (che tanto hanno fatto discutere) e sull'espulsione di Joao Miranda:

"Il rosso a Miranda nasce da una prima ammonizione inesistente dove il brasiliano tocca il pallone con la spalla. Forse Guida doveva compensare la concessione del rigore qualche minuto prima... Il rigore di Nagatomo non sta nè in cielo nè in terra, è chiaro che Belotti si lascia andare. Francamente entrambi i penalty assegnati stasera non dovevano essere fischiati. Tralasciando il direttore di gara, dovevamo chiuderla nel primo tempo e non avremmo avuto rimpianti. E' una semplice questione di cinismo e maturità collettiva".

La sosta, ovviamente, consuma energie e uomini ma il tecnico nerazzurro non cerca alibi:

"Fa tutto parte del gioco. Siamo rimasti in sette ad allenarci ad Appiano questa settimana ma va bene così. D'altronde il primo tempo è stato molto buono. Nel secondo abbiamo concesso troppo campo e il Torino è venuto fuori grazie anche ad alcuni nostri errori. Errori che ci castigano pesantemente negli ultimi due mesi e mezzo. La Juventus, per citarne una, ha ancora qualcosa in più specie sotto questo punto di vista".

E' un'Inter rimandata a settembre, in attesa che il mercato porti qualche buona notizia per l'acclarato salto di qualità:

"Non basteranno Yaya Tourè o chi per lui. Per migliorare ci vuole tempo e bisogna lavorare con pazienza. Abbiamo lasciato troppi punti per strada. Prendiamo troppi gol e il livello di concentrazione è calato nettamente rispetto all'inizio dell'anno".

Un weekend orribile per le milanesi che devono rassegnarsi all'ennesima stagione anonima. Neanche il precedente mercato estivo, così esoso, ha portato i frutti sperati. Per tornare ai fasti dei tempi migliori servono idee, progetti voglia di mettersi in gioco. Juventus e Napoli possono insegnare.