Esattamente come un anno fa, la trasferta di Marassi (sponda rossoblù) ha un sapore amaro, amarissimo per l'Inter. Il 23 maggio 2015 fu Kucka a gettare i nerazzurri nel baratro; questa sera il killer è De Maio, capace di sfruttare al meglio una dormita colossale del pacchetto arretrato ospite. Mancini e i suoi scivolano a -7 dal terzo posto, complice la palpitante rimonta della Roma su uno stoico Torino. Le quattro giornate mancanti non lasciano aperti molti spiragli nonostante il calendario (apparentemente) più agevole per i meneghini. Un Genoa mattatore e lottatore ha tenuto testa ad un'Inter tecnicamente superiore ma fin troppo pigra. Una squadra, viziata dall'ottima prestazione col Napoli, incapace di tramutare in oro le tante occasioni create, e per una volta anche Icardi resta a secco.

Tenere il passo della Roma di Spalletti non sarà facile, ma Mancini e il popolo nerazzurro ci credono. Avversario di giornata: il Genoa dell'intrepido Gaspe, non il più abbordabile da fronteggiare in questo momento. Come spesso gli capita, il tecnico di Jesi non conferma l'11 capace di schiantare il Napoli sabato sera. Telles dà il cambio a Nagatomo sulla sinistra mentre Medel e Melo compongono la diga di centrocampo. Brozovic è libero di svariare dietro il tridente Palacio-Icardi-Perisic. Panchina per Ljajic e Jovetic.

Gasperini può contare su una squadra in ripresa ma deve fare a meno dell'infortunato Rincon. C'è Gabriel Silva sulla fascia sinistra, mentre Laxalt (ex di turno) compone il tridente con Suso e Pavoletti.    

Il match si apre subito su ritmi incalzanti, entrambe le squadre giocano a viso aperto pronte a ripetere lo spettacolo della scorsa primavera (3-2 fu il risultato finale). L'Inter batte un colpo dopo appena tre minuti: Ansaldi tituba nel disimpegno, Miranda gli ruba palla e con un gioco di prestigio crossa al centro per Perisic; il croato schiaccia di testa ma prima Marchese e poi Lamanna gli negano la gioia del gol. Successivamente Marcelo Brozovic prova a pescare il jolly, ma l'ex Dinamo Zagabria spara alto da buona posizione. I nerazzurri attaccano, il Genoa si difende e prova a pungere in contropiede grazie alla velocità dei suoi esterni. Le occasioni più ghiotte però sono sui piedi degli ospiti: prima Munoz salva sulla linea un colpo di testa a botta sicura di Icardi; poi Lamanna si supera su Perisic, abbassando la saracinesca. Pavoletti fa tremare i polsi ai tifosi dell'Inter: un suo colpo di testa, deviato, viene respinto con un colpo di reni da Handanovic. La prima frazione si chiude a reti inviolate.

La seconda frazione presenta gli stessi ventidue in campo e le due formazioni non calano di intensità. Gli alti ritmi conducono, però, a numerosi errori nello stretto che abbassano la qualità del match. Buone notizie giungono dall'Olimpico dove il Torino è avanti sui giallorossi grazie ad un rigore di Belotti: l'occasione è troppo ghiotta per non essere sfruttata. L'Inter prova a gettarsi a capofitto in avanti ma sembra la brutta copia della formazione che ha strapazzato il Napoli sabato sera. La stanchezza inizia a farsi sentire, gli attaccanti si muovono poco e Lamanna continua ad esaltarsi; ottima la sua risposta su Brozovic da due passi. Le speranze dell'inter sono affidate al sempreverde Palacio, che chiamato in causa appare ancora un ragazzino. Icardi non riesce a pungere e Perisic viene ingabbiato da Ansaldi. A furia di provarci, il Genoa la sblocca per davvero: angolo di , torre per De Maio che sorprende Telles alle spalle e fa uno a zero. Cala il gelo sui nerazzurri. Ancora una volta un calcio piazzato. Ancora una volta nel secondo tempo. Ancora una volta un'amara illusione. Mancini, nel finale, inserisce i pezzi da novanta Jovetic, Ljajic e Eder; ma non basta. La vince, meritatamente, il Genoa; spedendo nel baratro i nerazzurri.

La stagione della Beneamata sembra essere arrivata al capolinea. Sette punti sono davvero tanti e, salvo miracoli, l'Inter il prossimo anno sarà impegnata in Europa League; sperando non dalla metà di luglio. L'ennesima illusione di un percorso ad ostacoli che aveva fatto sognare i tifosi nerazzurri. L'Inter sembrava tornata; ma evidentemente l'uva è ancora troppo acerba.