Sliding doors in mediana. In vista dell'anticipo del sabato - incontro che apre la giornata n.35 - Mancini riabbraccia Kondogbia, ma perde Gary Medel. Resta quindi delicata la situazione in mediana, numericamente il reparto è ridotto all'osso e il tecnico deve fronteggiare un'emergenza acuita dallo scarso lavoro nel settore in sede di mercato. La partita con il Genoa riassume le difficoltà della squadra, abile a creare, ma non a concludere. 90 minuti per sottolineare l'importanza di inserire in organico un giocatore di pensiero, per affiancare una scintilla di qualità a un comparto prettamente fisico. 

Il dubbio è quindi non tanto sul modulo, quanto sugli interpreti. Mancini deve scegliere se affiancare a Kondogbia un giocatore come Brozovic, dinamico, abile nell'inserimento, o uno come Melo, di posizione, più completo in fase di copertura. 

Nella batteria offensiva, con Icardi perno centrale, spazio a Jovetic - di nuovo in campo dal primo minuto dopo la panchina in Liguria - e Perisic, con Ljajic che parte con vantaggio su Eder e Palacio. Il serbo può ripiegare in corsia in fase di non possesso, con l'Inter pronta a mutare il 4-2-3-1 iniziale in un accorto 4-4-2. 

La variante tattica prevede una mediana più corposa, con Melo un passo avanti alla difesa, Kondogbia e Brozovic mezzali e due esterni a supporto di Icardi, in questo caso Jovetic e Perisic, con Ljajic in panchina. In sostanza, 4-3-3 puro. 

Nessun dubbio nel settore di difesa. Nagatomo e D'Ambrosio sull'out, al centro Miranda - il migliore nel turno in archivio - e Murillo. 

4-4-2, con due esterni alti chiamati al sacrificio. Un ulteriore ritocco può portare Brozovic al largo, sulla destra, con Melo in mezzo e Ljajic sacrificato. Versione conservativa. 

4-3-3 - Mancini mette dentro tutti i centrocampisti a disposizione - eccetto Gnoukouri - e rinuncia a un giocatore d'attacco.