Mentre l'Italia gioiva come solo le Olimpiadi ti permettono di fare e portava a casa 5 medaglie nel giro di poche ore, in un altro sport, a cui solitamente si dedica molto più spazio, accadeva qualcosa di clamoroso ma non poi così scontato. 

Si perchè mentre l'Italia e gli italiani si gustavano atleti e sport troppo spesso ignorati, in casa Inter andava in scena l'addio di Roberto Mancini, che è passato quasi, e giustamente, in sordina. 

Il tecnico di Jesi ha infatti firmato la risoluzione consensuale del contratto a causa delle troppe incomprensioni, come viene ben spiegato dalla Gazzetta dello Sport e sarà sostituito dall'olandese Frank De Boer. Ecco il perchè dei saluti. 

Mancini- A Mancini era stato proposto un contratto di tre anni basato sul raggiungimento degli obiettivi, ma la poca chiarezza societaria e il poco coinvolgimento sul mercato, hanno fatto dubitare l'allenatore che si è sentito sempre meno convinto del progetto: non sono state date certezze riguardo gli investimenti nella campagna acquisti, che non sarebbe mai stata in mano, del tutto, al tecnico e non sono state chiarite nemmeno le disponibiltà economiche, il mercato, ancora una volta, ha complicato i rapporti.

Società- Dall'altra parte però, nemmeno l'Inter era così certa di continuare: dopo un precampionato molto più che deludente, con solo una vittoria, 2 pareggi e 4 pesanti sconfitte, l'ultima per 6-1 contro il Totthenam, sono sorti non pochi dubbi. Dubbi che hanno pervaso un po' tutta l'estate neroazzurra dove la certezza di continuare insieme non c'è mai davvero stata e che hanno portato ThohirBolingbroke a prendere questa decisione, attuatasi dal viaggio in Olanda di Ausilio. I dirigenti non vedevano il tecnico veramente impegnato o coinvolto nel progetto, la possibilità dell'addio non è mai stata del tutto scacciata. 

Spogliatoio- Infine i giocatori: il quotidiano milanese parla di un vero e proprio abbandono da parte dei big dello spogliatoio, per nulla soddisfatti del lavoro preparatorio svolto a Brunico e negli Usa e che nemmeno hanno tentato di trattenere il tecnico a Milano, che non dirigerà neanche i due allenamenti in programma oggi. Da Jovetic a Icardi, tanti sono stati gli atleti ad avere problemi e difficoltà con le idee e la gestione Mancini. 

Addio- Eccoci quindi arrivare all'addio, dopo una stagione e mezza caraterizzata da 77 partite (36 vittorie, 18 pareggi e 23 sconfitte), la sua seconda esperienza milanese può essere giudicata tutt'altro che brillante, nel complesso: tante le delusioni, soprattutto per la seconda parte del campionato scorso dove una serie lunghissima di "suicidi" ha allontanato sempre più il club dagli obiettivi stagionali, portandolo alla conquista dell'Europa League anche grazie a qualche colpo di fortuna; ma soprattutto sono state la mancanza di gioco e di mentalità le delusioni maggiori di questa seconda avventura neroazzurra. Il tecnico non è stato infatti in grado di portare quel "qualcosa in più" che si richiedeva all'Inter e a un allenatore dall'esperienza come la sua. Avventura che può tranquillamente essere descritta come una vera illusione: di ripercorre quelle stagioni importanti vissute con l'ex del City. 

Insomma sono ed erano tanti i motivi che hanno portato all'addio e tante sembrano essere le conseguenze: dai cambiamenti nel mercato, all'aumento, probabile, delle difficoltà, visto l'inizio del campionato fissato tra due settimane, dalla poca chiarezza che si evidenzia ancora nella dirigenza del club, sia vecchia che nuova... Quello che però non lascia perplessi nemmeno l'assoluta maggioranza dei tifosi, resta la separazione tra Mancini e l'Inter ritenuta comunque destinata ad accadere. 

Ecco quindi che lo sport, ancora una volta, ci regala emozioni e sorprese come solo lui sa fare: con l'Italia capace, come sempre, di rendersi protagonista a più riprese nella manifestazione sportiva assolutamente più importante e con l'Inter che, sebbene ormai sia divisa tra Cina e Indonesia, dimostra di non aver perso, e forse nemmeno di volerla perdere, quella componente di pazzia e follia che la distingue e che la porta a cambiare un allenatore a meno di due settimane dalla prossima Serie A