L'Inter di De Boer si ferma, ancora. Il ritorno in A - dopo il tracollo europeo - non è foriero di buone notizie. All'Olimpico di Roma, l'undici nerazzurro cede il passo alla compagine di Spalletti, crolla di fronte all'imperioso stacco - con successiva deviazione - del greco Manolas. 2-1 Roma, esulta Spalletti, si interroga De Boer. 

Errori e buone cose nella serata. Due squadre pronte ad affrontarsi a viso aperto, ad acuire i limiti altrui, senza proteggere od oscurare i propri. Occasioni in serie, in virtù di prelibate giocate offensive e tremebonde risposte difensive. De Boer sottolinea le difficoltà dell'Inter in fase di costruzione, imperfezioni di misura fatali contro un organico in grado di sfruttare la rapidità al largo di Salah e Bruno Peres. 

"Le squadre hanno giocato entrambe molto lunghe. Noi abbiamo sbagliato parecchio in fase di costruzione, e così facendo non è mai facile recuperare il gioco e il pallino. La Roma è stata pericolosa anche quando abbiamo perso la sfera, a volte non siamo stati molto compatti. E mi riferisco al primo tempo, poi nell'intervallo abbiamo parlato e nella ripresa siamo andati meglio, controllando la partita. Abbiamo perso per i primi 45' di gioco".

Dominante, poco oltre il centrocampo, Edin Dzeko, perno del gioco giallorosso, torre in grado di avviare l'azione, pescando i compagni. Impossibile precedere il bosniaco, come ammette il tecnico. La leggerezza è nel passaggio successivo, nel non comprendere rapidamente lo sviluppo del gioco. Inter in ritardo o inerme sul primo duello, ma in scacco anche sul secondo, con la palla a Salah, libero di imperversare. 

"Noi dobbiamo vincere il duello con il diretto avversario, ma non il primo, magari contro Dzeko, ma il secondo. Nella prima parte abbiamo perso questi duelli, e Salah ci ha fatto male con la sua velocità".

La strada però è giusta, almeno per De Boer. Un'Inter in grado di produrre un'elevata mole di opportunità, di sfondare ripetutamente all'esterno e per vie centrali. Poco cinismo, questo sì. 

Per me abbiamo creato molte occasioni, sia nel primo che nel secondo tempo. Sono convinto che quando cambieremo qualcosa e riusciremo a risolvere alcuni problemi vinceremo più partite".

Il tecnico olandese chiede tempo, l'Inter deve "guarire" i suoi difetti, limare piccole lacune, di lettura, movimento, attenzione. In svantaggio, ancora una volta. Reazione d'impatto, ma priva di un'essenziale lucidità.  

"Credo sia solo una questione di tempo, oggi siamo andati bene nel secondo tempo. Ma i nostri calciatori devono capire che la gara dura 90', non solo un tempo".

I dettami di gioco di De Boer espongono l'Inter ad alti rischi. L'ex Ajax chiede pressione continua, in ogni zona di campo, baricentro alto, massima forza per sradicare palla e ripartire. Coraggio e sacrificio, con qualche pecca. Se non funziona a dovere il moto perpetuo dell'Inter offre all'avversario di turno spazi in cui correre e far male. 

"Sì, ma noi vogliamo pressare alto e giocare in questo modo. Facendo così possiamo creare molte più occasioni. Come ho già detto, la questione è solo legata al tempo e al lavoro. A volte però perdiamo dei palloni facili, tante occasioni della Roma sono scaturite da nostre pecche, ma sono sicuro che possiamo migliorare".

Qualche parola - in chiusura - per Strootman, giocatore di grande personalità, libero - dopo diversi infortuni - di esprimersi con continuità. Elemento essenziale per la mediana giallorossa. Esperienza, personalità, duttilità. Un centrocampista totale, recupero e affondo, interdizione ed inserimento.  

"Per me Kevin è un buon giocatore, con molte qualità. Questa sera ha dimostrato il suo valore e tanta personalità, con la palla è sempre sicuro. Parliamo di un giocatore molto importante per la Roma, sono contento che stia bene e stia giocando con continuità dopo i tanti infortuni. Sarà prezioso anche per la Nazionale olandese".