Il ritorno in Europa, in quella della Champions League, è l'obiettivo di cui si parla da inizio stagione in casa Inter. Con De Boer sembrava che i nerazzurri dovessero dire ben presto addio al terzo posto, ma con Pioli la situazione è cambiata. Striscia di risultati e vittorie che hanno trasformato la gara contro la Roma in un passaggio cruciale della stagione, come conferma anche Samir Handanovic alla Gazzetta dello Sport.

Il portiere è uno di quelli su cui Pioli fa affidamento ad occhi chiusi e serviranno anche le sue parate per crederci fino alla fine. A maggior ragione perchè quelle davanti vanno forte: "Tutto è ancora in ballo. Certo, le altre corrono parecchio, ci tocca allora andare più forte. La gara di domenica darà risposte importanti. Inter-Roma? Intanto spero in una bella partita, spero in particolare che alla fine si parli solo di calcio. È una gara fondamentale per noi, importantissima per loro. La Roma è infatti seconda, e non può permettersi errori in prospettiva scudetto. Sarà durissima: li ho visti rifilare in pochi giorni quattro gol a Fiorentina, Villarreal e Torino. Conosco il modo di allenare di Spalletti. La squadra in campo rispecchia le sue idee, e si vede. Occhio a Nainggolan e alla velocità di Salah. La Roma non è comunque una squadra che vive di individualità: è forte come collettivo, è organizzata benissimo."

A proposito di campionato, fra i portieri c'è quel Donnarumma che gioca nell'altra parte della Milano calcistica su cui però, da portiere, Handanovic non può non dire qualche parola: "Donnarumma è il futuro del nostro ruolo. Sia chiaro, non amo dare consigli, perché alle persone intelligenti non servono, però magari a un giovane possono essere comunque utili. E allora se Donnarumma me lo chiedesse gli consiglierei di restare in Italia ancora qualche anno per completarsi a livello tecnico e mentale. E’ talmente forte e giovane che avrà tempo per andare in ogni parte del mondo a dimostrare tutto il suo valore, che è appunto enorme." Ultima battuta sul proprio futuro"Giocare fino a 40 anni, e poi restare nel calcio, ma con compiti di campo."