Quando una società spende 45 milioni per acquistarti, è lecito aspettarsi che tu faccia la differenza. O perlomeno ci provi. Nella prima stagione, hai sofferto l’andamento altalenante della squadra: sotto la guida disastrosa di Frank de Boer prima, la risalita ad opera di Stefano Pioli ed il definitivo crollo con il tecnico ex Lazio poi. Poco male, è servito per fare esperienza in Serie A, in un calcio totalmente diverso da quello che si gioca in Portogallo. Con Luciano Spalletti, la situazione è stata stravolta: solidità e risultati fin da subito, con la squadra che può sognare in grande. Tu, però, resti ai margini. È questa la condizione attuale di Joao Mario all’Inter. Il tecnico di Certaldo ha portato una ventata di ottimismo confortata e supportata da ciò che si vede in campo. Tanti giocatori rigenerati dal modulo nuovo e dagli schemi diversi, tra chi è stato accolto con scetticismo ed ha fatto ricredere chiunque – vedi Skriniar – e chi invece è stato bersagliato da sempre e si sta piano piano prendendo le sue rivincite – vedi Nagatomo.

Joao Mario però non è riuscito a trarre alcun vantaggio dalla gestione di Spalletti, anche se l’inizio faceva ben sperare. Assist per Perisic per il 3-0 sulla Fiorentina nella prima partita stagionale, nella mezzora scarsa a disposizione; poi l’ingresso all’intervallo nella trasferta dell’Olimpico contro la Roma che ha cambiato in positivo la faccia al match, seguito da 3 gare da titolare contro Spal, Crotone e Bologna. Da lì, un lento ma inesorabile distacco dal campo: 10 minuti contro il Genoa – in cui il portoghese fornisce l’assist per il goal decisivo di D’Ambrosio -, poco più di mezz’ora a Benevento, derby saltato per intero per via di una tonsillite, altri due brevi spezzoni a Napoli e con la Sampdoria. Per finire, due panchine consecutive negli ultimi due turni, contro Verona e Torino, partite in cui, nonostante qualche difficoltà, Spalletti ha deciso di affidarsi ad altri per risolverle.

Ora arriva la chance per il riscatto, con la sua Nazionale, dove lo spazio lo trova sempre. Servono prestazioni all’altezza per convincere l’ambiente nerazzurro a contare su di lui, visto che cominciano a circolare voci di mercato che lo vedono coinvolto – in un ipotetico scambio con il Paris Saint-Germain per avere Pastore – oltre che al possibile arrivo di altri centrocampisti – come Ramires – che andrebbero ad occupare il suo posto.