L'Inter - dopo 15 tornate - occupa la prima posizione. Un campionato piuttosto equilibrato, almeno al vertice. Cinque squadre hanno fondati motivi per avanzare una candidatura e l'Inter, appunto, è tra queste. Una rivoluzione di metodo e pensiero, non di uomini. Un mercato oculato, due-tre giocatori utili alla causa, un tecnico in grado di cancellare la tensione negativa dell'ultima stagione. Da possibile meteora a protagonista credibile, un mutamento netto anche nella testa degli addetti ai lavori. Per tutti, l'Inter è ora da considerare nel novero delle favorite. Questo in virtù di un'esponenziale crescita in termini di fiducia e gioco. Il 5-0 al Chievo è il punto esclamativo su un inizio senza macchia. Nessuna sconfitta fin qui, all'alba della partitissima di Torino con la Juventus. 

Da più parti riecheggia il medesimo pensiero. Partita non decisiva, un passaggio importante nell'economia di stagione, ma non senza ritorno. Concetto condivisibile, ma, specie per l'Inter, il crocevia dell'Allianz Stadium può essere fondamentale. Spalletti entra nel rettilineo che conduce al match senza alcun dubbio, forte di una rosa al completo e in condizione. Rientrano Gagliardini e Miranda - assenti nell'ultimo turno per squalifica - è al top anche Vecino - già in panchina con il Chievo. La margherita mediana è piuttosto ricca ed è qui che Spalletti deve compiere le principali valutazioni. 

La cerniera titolare prevede Vecino e Gagliardini un passo avanti alla linea a quattro di difesa. Il centrocampista italiano mantiene normalmente una posizione definita, non eccede negli sganciamenti. Al contrario, l'ex Fiorentina è uno stantuffo. Alza il pressing, va al tiro, garantisce moto perpetuo. Sulla trequarti, a rifinire il pacchetto, Borja Valero. Uomo di idee, in gradi di giocare a un tocco, di innescare Icardi e duettare con gli esterni. In una zona avanzata, Borja può sfruttare gli spazi liberi e non disperdere energie preziose in copertura. Questa l'Inter prima versione, quella apprezzata fino al confronto con il Chievo. Nei 90 minuti di San Siro, un elemento di "rottura". Interrogativo Brozovic. Il croato è la carta in grado di sparigliare il mazzo. Tentazione forte, perché Brozovic rappresenta un unicum nella rosa nerazzurra. Si avvicina, per caratteristiche, al Nainggolan della Roma, al prototipo richiesto da Spalletti. Un assaltatore in grado di dare anche equilibrio, ripiegare se necessario. Segna, costruisce, fa sostanzialmente tutto. Rinunciare a Brozovic, o sfruttarlo solo a partita in corso, può essere rischio o rimpianto. Il tecnico ne è consapevole.  

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Johnathan Scaffardi
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