I tifosi bianconeri vivono da sempre la propria passione ed il proprio supporto verso la squadra alla stregua di un "soli contro tutti". Già, perchè la Juventus sarà anche il club più amato in Italia, ma allo stesso tempo è senza dubbio anche il più odiato. Tuttavia, nella nuova stagione che sta per cominciare, i tifosi bianconeri avranno un "nemico" in più: le statistiche. La Juventus dovrà infatti lottare per conquistare il suo quinto scudetto consecutivo, impresa riuscita solo ad un'altra Juventus, quella del famoso "quinquennio d'oro" (1930-35), al grande Torino (1942-49, una serie cronologicamente spezzata per motivi extracalcistici) e all'Inter del dopo calciopoli, qualora volessimo essere di manica larga includendo nel conteggio anche lo scudetto relativo alla stagione 2005-06 ottenuto a tavolino. L'impresa sembra dunque davvero ardua e, ai ragionamenti indotti dalle statistiche, si aggiunge quella che si configura come una vera e propria rivoluzione interna alla rosa bianconera. Questi due elementi, cui si sommano le manovre di rafforzamento delle principali rivali per il titolo, fanno si che quest'anno si preveda, almeno sulla carta, una lotta serrata fino alle ultime giornate di campionato: i tifosi sono avvisati.

L'ALLENATORE - Massimiliano Allegri approda sulla panchina della Juventus nell'estate del 2014 dopo l'improvvisa rottura fra Antonio Conte e i vertici della società bianconera. Tuttavia, l'accoglienza da parte dei tifosi non è delle migliori. I trascorsi di Allegri sulla panchina del Milan sono la principale ragione del mix di scetticismo-odio provato dalle frange più calde della tifoseria juventina. Parte dei supporter bianconeri ricordano infatti Allegri come l'allenatore alla guida dell'ultima grande rivale per il titolo (con tutte le polemiche che caratterizzarono quel famoso duello sportivo), altri ne ricordano invece i pessimi risultati sempre alla guida del Milan durante le stagioni successive (fallimenti sportivi probabilmente causati, in primis, da una squadra non all'altezza della situazione). Il clima dunque sembra il meno appropriato per ripartire immediatamente verso nuovi traguardi e nuove vittorie, ma il tecnico toscano smentisce clamorosamente i dubbi dei critici. Con intelligenza ed umiltà, Allegri decide di non snaturare il credo della squadra, ma di ricominciare dalle idee e dai principi tattici del suo predecessore Antonio Conte, ormai assimilati alla perfezione dai calciatori, salvo poi aggiungere poco a poco nuove idee di gioco e nuove alternative tattiche. Al di là della parentesi Supercoppa, la cavalcata della Juventus in campionato è ancora una volta trionfale. Ma il bello non finisce qui. Massimiliano Allegri, infatti, vuole di più e inculca nella testa dei giocatori due idee fondamentali: la convinzione nei propri mezzi e nelle proprie capacità per affrontare le sfide europee e l'importanza di arrivare in fondo alla Coppa Italia, un trofeo che da troppo tempo non entra nella bacheca societaria. Detto, fatto. La Juventus conquista la sua decima Coppa Italia e, meraviglia delle meraviglie, dopo un girone superato non proprio senza imprevisti e difficoltà, riesce a raggiungere la finaledi Champions League. I tifosi sognano il triplete, ma l'avversario da battere è probabilmente una delle squadre più forti nella storia del calcio moderno. La Juventus ci prova, ma alla fine è sconfitta. Resta in ogni caso la gioia per un'annata straordinaria, sia per i trofei conquistati, sia per il buon gioco espresso in Italia, ma anche in Europa (principale limite della Juventus di Antonio Conte). Lo scetticismo iniziale nei confronti del tecnico toscano è ormai un lontano ricordo: oggi i tifosi bianconeri sono tutti schierati con il Mister.

LA SQUADRA - Per la Juventus la stagione 2015/16 è l'anno della rivoluzione o, per meglio dire, l'anno del rinnovamento. La rosa perde tre dei suoi elementi più importanti, giocatori fondamentali per le vittorie ottenute negli ultimi quattro anni. Il primo ad andar via è Carlos Tevez, trascinatore indiscusso dell'attacco bianconero, leader in campo e fuori. La Juventus avrebbe volentieri fatto a meno di una sua partenza, ma alla fine la voglia del giocatore di tornare in patria ha prevalso su qualsiasi altra motivazione di carattere sportivo.

Andrea Pirlo, geometra del centrocampo bianconero, lo segue a ruota. Conscio della possibilità di poter essere schierato con meno frequenza nell'undici titolare, Pirlo opta per una nuova esperienza negli Stati Uniti: anche in questo caso, la Juventus non fa opposizione e pensa subito a come rimpiazzare il centrocampista e il bomber argentino. Marotta e Paratici piazzano subito i primi due colpi di mercato: l'argentino Paulo Dybala, acquistato dal Palermo per 40 milioni bonus inclusi e il tedesco Sami Khedira, arrivato dal Real Madrid a parametro zero.

La Juventus però non si ferma e decide di rivoluzionare drasticamente il reparto offensivo grazie agli acquisti di Zaza e Mandzukic. In difesa viene riportato alla base il giovane Rugani, reduce da una straordinaria stagione all'Empoli di Maurizio Sarri, mentre Ogbonna, che non è mai riuscito a convincere pienamente allenatore e dirigenza, viene ceduto in Inghilterra. Il mercato sembra procedere senza particolari intoppi o contrattempi. La società è serena e Allegri sembra soddisfatto, anche se ad ogni intervista rilasciata continua a sottolineare la necessità di un trequartista. Ma ecco che a fine luglio avviene la svolta che non ci si aspetta: Vidal viene ceduto al Bayern Monaco per la cifra di 37milioni più bonus dopo una "trattativa lampo" e le strategie della dirigenza bianconera non possono che modificarsi di conseguenza. Il trequartista rimane sempre una priorità, ma adesso è necessario anche rinfoltire il centrocampo. L'emergenza numerica si fa sentire ulteriormente ad inizio agosto, quando Khedira subisce un brutto infortunio che lo costringerà ad uno stop di circa due mesi. Il campionato è alle porte e alla Juventus manca ancora qualcosa per essere completa: un trequartista, un centrocampisa centrale e un terzino. La dirigenza dunque torna alla carica e Marotta chiude immediatamente la trattativa per Alex Sandro, terzino sinistro del Porto, che approda alla Juventus per la cifra di 26 milioni di euro più. Rimangono ancora da risolvere le questioni centrocampista e trequartista, anche se le ultime parole rilasciate da Beppe Marotta suggeriscono una terza possibilità, ovvero l'acquisto di un solo centrocampista polivalente, in grado di occupare varie posizioni in mezzo al campo, inclusa quella di rifinitore alle spalle delle due punte. Infine, ultimi nodi da sciogliere nel mercato in uscita: il reparto offensivo in questo momento è fin troppo affollato e Fernando Llorente dovrebbe lasciare i bianconeri entro i prossimi giorni: in pole il Siviglia, che tuttavia cercherà di temporeggiare fino all'ultimo, sperando in un prezzo ancor più favorevole. Situazione simile per Mauricio Isla, anche se, qualora non dovesse arrivare un'offerta soddisfacente, il cileno potrebbe rimanere alla Juventus.

LA PROBABILE FORMAZIONE - Anche quest'anno Massimiliano Allegri punterà sui due moduli utilizzati durante la scorsa stagione: il 3-5-2 e il 4-3-1-2, anche se è probabile che quest'ultimo venga usato con più frequenza nell'arco della stagione. Il ruolo di regista verrà molto probabilmente affidato a Claudio Marchisio o, in determinate occasioni, a Paul Pogba (che Allegri non considera una possibile alternativa sulla trequarti), mentre non è ancora chiaro chi occuperà in pianta stabile il ruolo di trequartista. In questo momento, tuttavia, l'emergenza infortuni obbliga il tecnico bianconero a riconfigurare la formazione, portando a delle scelte quasi obbligate in alcuni reparti.

La formazione ideale per Massimiliano Allegri nel corso della stagione potrebbe essere un 4-3-1-2, con Marchisio nel ruolo di centrocampista centrale, affiancato sulla sinistra da Paul Pogba e sulla destra da Sami Khedira, mentre in avanti Paulo Dybala o, in virtù della ricerca di un maggiore equilibrio tattico, Roberto Pereyra, potrebbero appoggiare le due punte Morata e Mandzukic. Inoltre, qualora Pereyra (o magari un nuovo acquisto) dovesse occupare stabilmente il ruolo di trequartista, non è ancora chiaro chi sarà il titolare che affiancherà in attacco Alvaro Morata.

L'alternativa, come abbiamo già detto, è il classico 3-5-2.

LE ASPETTATIVE - Chi conosce l'ambiente juventino sa bene che l'obiettivo minimo a cui si può aspirare è la conquista del tricolore. Questo si aspetta la società, questo si aspettano i tifosi, a maggior ragione dopo quattro anni di assoluto dominio e dopo una stagione straordinaria che ha visto la Juventus tornare grande protagonista anche in Europa, dove quest'anno è assolutamente necessaria una riconferma. Tuttavia, attenzione a non esagerare con le aspettative. Lo aveva già detto Andrea Agnelli durante la conferenza stampa dell'8 giugno: guai pensare alla certezza di una nuova finale di Champions League, l'obiettivo minimo rimane quello di confermarsi fra i primi otto club europei.

Non mancano invece particolari aspettative sui singoli calciatori. Il primo pensiero non può che ricadere su Paul Pogba. Il francese, reduce dall'importante investitura attraverso la maglia numero 10, dovrà diventare il primo grande trascinatore della squadra. Il suo non potrà più essere un ruolo da coprotagonista, non potrà più esprimere un calcio di alto livello solo a sprazzi, ma è necessario che diventi un punto di riferimento costante per i compagni, una certezza in ogni partita, un calciatore sempre nel vivo del gioco. Fondamentale sarà anche il contributo di Claudio Marchisio, chiamato al compito di sostituire Andrea Pirlo nel ruolo di regista, compito per la verità svolto già in maniera egregia in varie occasioni durante la scorsa stagione. Infine occhio ai nuovi arrivati, soprattutto a Paulo Dybala. L'attaccante ex Palermo è ancora giovane, ma sono chiare a tutti le sue immense potenzialità. Sarà importante non caricare troppa pressione sulle sue spalle e che lo stesso Dybala riesca a trovare la serenità necessaria per sopportare l'inevitabile peso del passaggio ad un club come la Juventus.